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Campionato di calcio Serie A stagione 2018/2019

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2019 00:22
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Serie A, Udinese-Bologna 2-1: De Paul e Pussetto, gol salvezza

L’attaccante argentino, insieme al connazionale De Paul, regala un successo fondamentale ai bianconeri.
Per i rossoblù, in rete Palacio


Un grandissimo Pussetto trascina l’Udinese a una vittoria fondamentale nello scontro diretto con il Bologna: adesso per i bianconeri la salvezza è più vicina, mentre i rossoblù tornano a casa con tanti pensieri negativi dopo un primo tempo dominato. Gli errori individuali e un netto calo atletico e mentale sono alla base di questa pesantissima sconfitta, la terza consecutiva per Mihajlovic.

PRIMO TEMPO — Il Bologna inizia la partita con maggiore intraprendenza. L’Udinese sembra contratta e concentrata quasi esclusivamente sulla fase difensiva. Il 3-5-2 è solo di facciata, in realtà gli esterni di Nicola si abbassano molto spesso e le uniche azioni offensive arrivano in contropiede. Il Bologna fraseggia cercando di sfruttare la buona vena di Orsolini. Al 12’ i rossoblù costruiscono la prima occasione da gol della gara: un tiro da fuori di Santander viene respinto da Musso, Mbaye spreca calciando sul palo da ottima posizione. All’improvviso l’Udinese si trova in vantaggio quasi senza rendersene conto e non a caso il “merito” è degli avversari. Poli si avventura in una complicata uscita con la palla al piede dall’area, Pussetto gliela porta via e il centrocampista rossoblù lo atterra: rigore trasformato da De Paul al 25’. Il Bologna reagisce con veemenza, al 28’ Ter Avest è bravissimo a respingere una conclusione di Palacio, al 32’ Poli e Santander vengono murati da due difensori bianconeri. Ma al 39’ arriva il pareggio: Dzemaili scarica a destra su Orsolini, cross rasoterra e comodo tocco di Palacio mentre i centrali di Nicola non riescono a intervenire.

SECONDO TEMPO — L’intervallo anestetizza il Bologna e carica l’Udinese: la partita cambia completamente, i rossoblù non riescono più a comandare il gioco e a tirare (una sola conclusione nella ripresa, di Orsolini) mentre i bianconeri cambiano ritmo. Pussetto diventa incontrollabile, piazza una serie di scatti impressionanti, va vicino al gol al 7’ (grande intervento di Skorupski in uscita), mette De Paul davanti al portiere (di nuovo bravo) al 18’ e segna di testa al 34’ la rete di una vittoria che sembrava impossibile nel primo tempo e che invece, alla fine, è pienamente meritata.

G.B. Olivero

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/03/2019 20:12
 
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Atalanta-Fiorentina 3-1.
Gol, spettacolo e un ribaltone nerazzurro

Viola subito in vantaggio con Muriel, poi i padroni di casa crescono e dilagano.
Papu Gomez, Ilicic e Gosens in rete in una partita ricca di emozioni nel segno del ricordo di Astori



Come a Firenze mercoledì sera: emozioni, tante emozioni e gol. Stavolta a senso unico, perché a dominare è l’Atalanta: bella, spettacolare, adrenalinica come poche non mai. Un 3-1 che vale il sesto posto con Lazio e Torino. Emozioni, gol e anche lacrime, come quelle di Ilicic, che al minuto 13 butta fuori il pallone perché è arrivato il momento di ricordare Davide Astori, scomparso un anno fa, il 4 marzo 2018. L’ex viola non sa trattenere la commozione durante l’applauso durato 13 secondi. La Fiorentina era in già in vantaggio: sanguinoso sbaglio di De Roon e palla che arriva a Muriel. Scatto del colombiano che salta Djimsiti e batte Gollini, tornato titolare dopo 4 mesi. Una delle novità della serata: Gasperini fa turnover in porta, Toloi è fuori (problemi all’adduttore sinistro). Palomino in panchina come Vito Hugo: insomma, esclusi i due peggiori della sfida di Coppa Italia.

CHE RITMO — La partita si accende subito, il gol arrivato in tempi brevissimi non scoraggia l’Atalanta, che sa riorganizzarsi subito dopo aver rischiato anche all’11 (bravo Gollini a deviare col piede destro un contropiede del fischiatissimo Chiesa). Per ripatire, la Dea si affida ai due protagonisti assoluti di Firenze: Ilicic, a destra, manda il confusione Biraghi prima e Ceccherini dopo. Il Papu lascia quasi subito la posizione di trequartista e comincia a fare un gran movimento per non dare punti di riferimento: è lui a impegnare Lafont due volte nel giro di un minuto. La Viola soffre, Edimilson tornato regista fatica a costruire per il tridente pesante deciso da Pioli. E al 26’ arriva il pareggio: tiro di Ilicic deviato da Biraghi, Lafont non può farci niente. Cinque minuti e l’Atalanta passa in vantaggio: merito del Papu Gomez che si fa 30 metri di contropiede, resiste al ritorno di Milenkovic e batte il portiere col pallone che passa sotto le gambe di Ceccherini.

CHE GOL — Ma questa incredibile Atalanta non si accontenta e, se possibile, gioca il secondo tempo con più rabbia del primo. Il 3-1 è tutto da raccontare perché un mix di qualità e forza fisica. Minuto 14: c’è Castagne che rincorre un pallone difficile sulla sinistra, lo recupera con un colpo di tacco, crossa al centro per Zapata che non ci arriva per un soffio. Il pallone rotola verso l’out di sinistra. Perso? Neanche per idea, non per lo straripante Ilicic. Che lo rincorre, poi con un altro colpo di tacco libera Castagne. Cross immediato, Laurini salta a vuoto e Gosens mette dentro di testa. Piccolo capolavoro cominciato e terminato dai due esterni, che così si ritagliano un po’ di gloria nella serata della coppia Ilicic-Gomez. C’è l’occasione di Djimsiti di testa, seguito dalla traversa colpita da Chiesa con un gran tiro da fuori. Ilicic si copre con Pasalic al posto di Zapata a fare il trequartista. Ma la partita è segnata da tempo: c’è solo l’Atalanta.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/03/2019 20:16
 
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Napoli-Juventus 1-2: gol di Pjanic, Emre Can e Callejon.
Insigne sbaglia il rigore del pari

Espulsi Meret e Pjanic, i bianconeri volano a +16 sugli azzurri e ipotecano l'ottavo scudetto di fila


La notte del San Paolo racconta che lo scudetto per la Juventus ormai è solo una questione di tempo. Vincere pur non giocando bene e soffrendo parecchio e portarsi a +16 sulla seconda significa (leggi la classifica), come aveva detto Allegri alla vigilia, che i bianconeri tornano a Torino con due terzi di scudetto. La buona notizia è il ritorno al gol su punizione di Pjanic, le brutte sono l'espulsione del bosniaco e la mancanza di gioco bianconero, che non fanno ben sperare in vista del ritorno con l'Atletico. Il Napoli bello e sprecone può solo recriminare per il rigore sbagliato da Insigne nel finale che avrebbe regalato agli azzurri almeno il meritato pareggio.


ROSSO E PUNIZIONE LETALE — L'episodio che cambia la partita arriva allo scoccare del minuto 25 del primo tempo: uno sciagurato retropassaggio di Malcuit (che fino a quel momento aveva dato parecchi grattacapi ad Alex Sandro) finisce sui piedi di Cristiano Ronaldo, che Meret atterra per sbarrargli la strada verso la porta. Per l'arbitro Rocchi è rosso al portiere e punizione per la Juventus. Un'opportunità che Pjanic trasforma nel vantaggio bianconero: il bosniaco beffa il neo entrato Ospina (Ancelotti sacrifica Milik) con una traiettoria perfetta dal limite (errore di Zielinski, che è il primo uomo in barriera e non salta). È il primo gol della Juventus su punizione e anche una bella ipoteca su partita e scudetto, visto che il Napoli è costretto a giocare più di un'ora con un uomo in meno.

PALO E RADDOPPIO — Gli azzurri (che sullo 0-0 avevano avuto una buona occasione con Zielinski: errore di Bonucci e palla che sfiora il palo) non si abbattono e cercano di sfruttare l'arma del contropiede. La catena di destra di Madama è l'anello debole, con Emre Can e Cancelo che in diverse occasioni pasticciano, ed è da lì che riparte la squadra di Ancelotti, colpendo subito un palo ancora con Zielinski (su imbeccata di Fabian Ruiz). La Juve non brilla ma controlla e prima dell'intervallo (39') trova il 2-0 con la capocciata di Emre Can su cross di Bernardeschi.

ROSSO E RILANCIO — Il finale del San Paolo pare già scritto, e invece è ancora Pjanic a regalare un altro colpo di scena, ma stavolta a vantaggio del Napoli: due minuti dopo l'intervallo tocca il pallone con la mano ed essendo già ammonito fa la stessa fine di Meret; rosso anche per lui e parità numerica ristabilita. Nel frattempo Ancelotti ha buttato nella mischia Mertens (per Malcuit) e la mossa si rivelerà subito vincente: al 16' Insigne mette dentro un pallone ghiottissimo nell'area piccola su cui Callejon s'avventa, lasciandosi Chiellini alle spalle. È il 2-1 che riaccende il San Paolo e riapre la contesa. Allegri si copre con De Sciglio al posto di Cancelo ma la squadra continua a soffrire.


INSIGNE SPRECONE — Chiusa nella sua area, la Juventus sembra un pugile messo alle corde che non riesce a reagire. La situazione non migliora con l'inserimento di Bentancur al posto di Mandzukic e al 35' il Napoli ha l'occasione d'oro per il 2-2: dopo il consulto con il Var il fallo di Alex Sandro in area viene punito con il calcio di rigore, ma il tiro di Insigne si stampa sul palo. Juve graziata e gara che si riscalda per un brutto fallo di Koulibaly sul neo entrato Dybala, da cui nasce un parapiglia tra campo e panchina bianconera. Vittoria pesante per la Juve, che però dovrà fare molto di più con l'Atletico per continuare il sogno europeo.

Fabiana Della Valle

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/03/2019 23:42
 
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SERIE A 2018/2019 26ª Giornata (7ª di Ritorno)

01/03/2019
Cagliari - Inter 2-1
02/03/2019
Empoli - Parma 3-3
Mialn - Sassuolo 1-0
Lazio - Roma 3-0
03/03/2019
Torino - Chievo 3-0
Genoa - Frosinone 0-0
Spal - Sampdoria 1-2
Udinese - Bologna 2-1
Atalanta- Fiorentina 3-1
Napoli - Juventus 1-2

Classifica
1) Juventus punti 72;
2) Napoli punti 56;
3) Milan punti 48;
4) Inter punti 47;
5) Roma punti 44;
6) Lazio(*), Torino e Atalanta punti 41;
9) Sampdoria punti 39;
10) Fiorentina punti 36;
11) Sassuolo punti 31;
12) Genoa e Parma punti 30;
14) Cagliari punti 27;
15) Udinese(*) punti 25;
16) Spal punti 23;
17) Empoli punti 22;
18) Bologna punti 18;
19) Frosinone punti 17;
20) Chievo(-3) punti 10.

(*) Lazio - Udinese rinviata per sovrapposizione di impegni.
(-3) Il Chievo sconta la penalizzazione per la sentenza del Tribunale della Federcalcio.

(gazzetta.it)
03/03/2019 23:44
 
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Juventus-Udinese 4-1. Kean non tradisce: due gol

La doppietta dell'attaccante classe 2000 mette in discesa la sfida contro i friulani.
Nella ripresa a segno Emre Can (su rigore), Matuidi e Lasagna.
Allegri ha fatto riposare Ronaldo, Mandzukic e Chiellini.
Dybala e Bonucci sono entrati dalla panchina



Ce l’ha scritto sul biglietto da visita che Massimiliano Allegri ha compilato per lui: "Moise Kean deve imparare il calcio, ma fa gol con grandissima facilità". E il ragazzino collezionista di primati lo ha fatto vedere subito contro l’Udinese, alla prima partita da titolare giocata in campionato. Due occasioni, nate dagli erroracci di Wilmot e Fofana, e due gol. Il primo è una zampata da vero bomber su cross di Alex Sandro, il secondo "una puntata" leggermente sporcata dal disastroso Wilmot.

PREDESTINATO — Kean nel novembre 2016 era diventato il primo giocatore nato negli anni 2000 ad esordire in serie A e in Champions League. Lo attende una carriera luminosa se riuscirà a limitare al minimo tutti i discorsi extra-campo. Il comodissimo 4-1 a un Udinese che, al di là del gol di Lasagna nel finale non ci ha nemmeno provato, ha detto anche che Spinazzola è un giocatore pienamente recuperato. Danno morale i gol nella ripresa di Emre Can (rigore) e Matuidi, due centrocampisti che hanno preparato la battaglia di Champions.

LA STAGIONE IN 90’ — Sì, perché tutti i discorsi portano alla partita dell’anno, la prossima con l’Atletico Madrid. Detto che gli infortuni di Barzagli e De Sciglio privano l’urna bianconera di due candidati a una maglia, prende quota la soluzione Caceres a destra con Cancelo a sinistra e pronto a far cambiare pelle alla linea difensiva. Federico Bernardeschi, che dovrebbe tenere fuori uno tra Dybala e Mandzukic, ha mostrato una buona gamba, così come i centrocampisti. Ma dobbiamo fermarci qui con le indicazioni: stasera è bastata una Juve al piccolo trotto per dominare, con l’Atletico servirà la partita più bella dei cinque anni di Allegri.

Jacopo Gerna

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 08/03/2019 23:49]
08/03/2019 23:49
 
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Parma-Genoa 1-0, Kucka-gol decide il match

Dopo un primo tempo molto bloccato, nella ripresa gli ospiti hanno preso in mano
il pallino del gioco ma sono stati puniti al 78’ dal centrocampista.
Gli emiliani sprintano e si allontanano dalla zona retrocessione



Balzo in alto del Parma che supera il Genoa grazie a un gol di Kucka e prenota la prossima Serie A: la salvezza, ormai, è a un passo. Decide un gol di Kucka, su azione di calcio d’angolo, che la squadra di D’Aversa difende con i denti nel finale, dimostrando compattezza e spirito di gruppo. Il Genoa, che giochicchia fino all’area avversaria, è troppo leggero in attacco e quasi mai riesce a impensierire la retroguardia emiliana.

PRIMO TEMPO — Regna sovrana la prudenza, perlomeno nella prima parte di gara: massima attenzione in fase difensiva, raddoppi di marcatura ben eseguiti, pressing in zona centrale e pochissime opportunità per gli attaccanti. Ci sono sei punte in campo (Siligardi, Inglese e Gervinho per il Parma; Lazovic, Sanabria e Kouame per il Genoa), ma soltanto uno di loro (Inglese) riesce ad andare alla conclusione (al 38’) e ciò spiega bene l’atteggiamento delle due squadre che non si scoprono mai. Con una tavola così apparecchiata vien da pensare che l’unica soluzione per rompere l’equilibrio possa essere la giocata improvvisa o il dribbling che non ti aspetti.

SECONDO TEMPO — Nella ripresa il Genoa guadagna metri di campo, si fa più intraprendente, ma commette l’errore di non calciare mai in porta. Lerager (al 21’) ciabatta fuori su assist aereo di Sanabria e lì si spegne il fuoco del Grifone. Anche perché a centrocampo i ragazzi di Prandelli cominciano a boccheggiare e il Parma, sempre sornione, si riorganizza. Da un calcio d’angolo battuto da Dimarco (al 33’) nasce l’azione decisiva: Kucka inzucca, la palla finisce sulla traversa, a Rigoni non riesce il tap-in, ma sempre Kucka a riprendere il pallone e spedirlo in rete di forza. Gol convalidato dopo gli immancabili due minuti di consultazioni Var. A questo punto D’Aversa disegna un bunker (5 difensori) e Prandelli si lancia all’assalto (4 attaccanti). Gervinho fallisce un contropiede quando è solo davanti al portiere (92’) e Zukanovic spedisce in cielo la punizione della speranza (96’).

Andrea Schianchi

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/03/2019 23:52
 
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Chievo-Milan 1-2: gol di Biglia, Hetemaj e Piatek.
Gattuso espulso

Preziosa vittoria dei rossoneri, che allungano al terzo posto: Inter a -4, Roma a -7.
Per i veneti la salvezza diventa sempre più un miraggio


La legge del Pistolero si abbatte anche sul Bentegodi, dove il Milan passa 2-1 contro il Chievo ultimo in classifica grazie al centro del solito Piatek, sempre più bussola rossonera lungo il cammino che porta alla Champions. Non è stato un bel Diavolo, quello che ha infilato la quinta vittoria consecutiva in campionato e si gode una notte a +4 sull'Inter, ma Romagnoli e compagni si godono i risultati di una crescita mentale che ha scavato un solco largo così tra il Milan balbettante della prima parte di stagione e quello attuale. L'ultimo k.o. risale a 10 turni fa, in casa con la Fiorentina. Donnarumma ha preso gol da una squadra che non segnava da 4 giornate, vero, ma i gattusiani sono stati cinici quanto basta per reindirizzare sui binari giusti una serata che si era messa male dopo un'ora di gioco.


TUTTO IN DIECI MINUTI — La partita, soporifera per quasi tutto il primo tempo – il Milan fa troppo poco per impensierire Sorrentino, Piatek aspetta invano rifornimenti dai lati del tridente – si accende tra il 31' e il 41'. I rossoneri sbloccano con un meraviglioso arcobaleno che Biglia disegna su un calcio di punizione al limite guadagnato da Paquetà con mestiere (l'intervento di Leris è al limite, anche se il brasiliano viene sbilanciato al momento del tiro). Poi però rovinano tutto in una manciata di minuti: Gattuso si fa espellere al 35' dopo un acceso diverbio con Meggiorini e Donnarumma incassa il gol del pareggio. Leris affonda sulla destra e crossa per Hetemaj, 1-1 di testa.

IL COLPO — La risolve il Pistolero al 57', dicevamo, e il secondo gol al Chievo (dopo quello dell'andata, segnato in maglia Genoa) si abbina perfettamente al soprannome del bomber polacco: il 19° sigillo in campionato – capocannoniere insieme con Ronaldo e Quagliarella – sbuca quando la partita di Verona sembra davvero il Far West, con il Milan in confusione (Gigio lo salva su un tiro a giro del solito Hetemaj a inizio ripresa) e un Chievo che si è armato di quella spensieratezza richiesta da Di Carlo alla vigilia. Il tocco vincente di Piatek arriva al termine di un'azione confusa, rifinita da Castillejo di testa dopo che lo stesso Piatek aveva cercato il colpo in acrobazia rischiando il gioco pericoloso sul difensore che lo marcava: i gialloblù protestano, la Var controlla e Pairetto convalida. Conquistato il comando della gara, i gattusiani amministrano senza andare in apnea e sfiorano il tris con Romagnoli nel finale. Gattuso, che l'ha guardata dalla tribuna, si gode i frutti del suo lavoro e i cori pre-derby di uno stadio che sembra succursale di San Siro: ora c'è solo da attendere le decisioni del Giudice sportivo, saltare la sfida delle sfide contro l'Inter sarebbe un delitto.

Marco Fallisi

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 09/03/2019 23:58]
09/03/2019 23:57
 
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Bologna-Cagliari 2-0: gol di Pulgar e Soriano

Emiliani avanti grazie a un rigore del cileno, i sardi rispondo con la traversa colpita di testa da Joao Pedro.
La chiude l'ex Villarreal. Per Sinisa punti importanti in chiave salvezza



Sono servite le proiezioni cinematografiche di Alexander e del Volo della fenice. Sinisa Mihajlovic ha fatto il motivatore, come al solito, ma pure lo psicoterapeuta. E' stato fondamentale. Il Bologna, che non vinceva in un Dall'Ara, pieno e rumoroso, dal 30 settembre con l'Udinese (anche in quella occasione al lunch Time, alla settima di andata) porta a casa il secondo successo della gestione del nuovo tecnico e rivede la luce dopo il buio di Udine. Servivano solo i tre punti al Bologna. Li ha ottenuti (2-0), davanti ai genitori di Joe Saputo (gran segnale di vicinanza) , Lino e Mariella, con la maggior voglia di vincere, col sostegno del tecnico sempre in piedi a dare carica, una partita giocata all'attacco anche se con una paura che, in una situazione come la sua, è normale che ci sia. Il Cagliari ha atteso è provato a ripartire con le puntate a sinistra di Luca Pellegrini, bravo, ma a volte troppo pretenzioso. Le occasioni le ha avute: solo la traversa e un super Skorupiski hanno negato a Joao Pedro il primo gol del girone di ritorno. Ma nel girone di ritorno la squadra di Rolando Maran non ha ancora ottenuto un punto fuori casa. E le sconfitte lontano dalla Sardegna Arena sono diventate sei di fila. Il Cagliari non è salvo per niente e tra Fiorentina e Chievo dovrà far punti per non essere nuovamente risucchiato nel vortice.

PRIMO TEMPO — Mihajlovic sceglie Sansone e non Orsolini, come previsto, per puntare Srna, mentre Dzemaili viene preferito a Poli. Maran tiene insieme Srna, terzino, e Padoin, a centrocampo. Sinisa sceglie il 4-2-3-1 con Santander davanti che dopo 6 minuti colpisce su cross di Dijks ma trova Cragno che respinge. Lo stesso Cragno (il migliore e non è certo la prima volta) è bravo subito dopo su Palacio. Il Cagliari sta rintanato pronto a ripartire, la prima volta ci prova al volo Joao Pedro, bene, ma alto. Il Bologna fa la partita, preme, sfrutta la spinta a sinistra di Dijks, il Cagliari si affida al lancio lungo di Ceppitelli e a qualche strappo di Pellegrini. Al 17' la sfida si accende, Cragno esce bene su Santander, non lo tocca fallosamente, ma nel contatto l'attaccante si fa male alla spalla e deve uscire facendo scattare dalla panchina Orsolini. Nell'azione ci farebbe un dubbio mani di Cragno fuori che Irrati non giudica tale. Il Cagliari si fa vede con Barella che trova prima i pugni di Skorupski e poi gli consegna un secondo tiro facile. Ma è il Bologna che deve vincerla e Pisacane salva un gol fatto su Palacio, poi è Irrati che gli concede il primo rigore della stagione. Sul cross di Orsolini Il mani di Bradaric è troppo evidente. Sul dischetto va Pulgar (al rientro dalla squalifica) che spiazza Cragno (1-0). Il Cagliari si scuote e pochi minuti dopo colpisce la traversa con Joao Pedro (dopo quella col Milan e dopo il miracolo di Handanovic il gol è stregato nel girone di ritorno).

SECONDO TEMPO — Maran lascia negli spogliatoi Padoin per inserire l'attaccante bulgaro Despodov (molto attivo nei minuti giocati con l'Inter). Joao Pedro va a fare il trequartista, Barella torna mezzala. Dopo pochi minuti Bradaric, già diffidato, prende il giallo e con la Fiorentina non ci sarà. Si avende una mini rissa, c'è sempre Barella che con Dzemaili prende l'ammonizione. Giallo anche per Srna (lo avrà pure Pellegrini), il Cagliari prova a pareggiarla ma la testa di Joao Pedro trova ancora la magia di Skorupski che salva il risultato. Poi è solo Bologna, c'è Dzemaili in tutte le azioni, tira, serve, cerca l'assist, ma davanti c'è Cragno o l'errore del compagno (Orsolini calcia male, l'occasione migliore), ma al' 32 Roberto Soriano, servito dall'ex compagno al Villareal, trova il primo gol in maglia rossoblù e stavolta dentro l'area Cragno non può far nulla. Il Bologna la chiude così. Nel Cagliari! che non ha più forza per reagire, vengono registrati i ritorni in campo di Thereau e Birsa. Saranno utili per una sfida in cui sarà fondamentale prendere punti venerdì alla Sardegna Arena con la Fiorentina. Per il Bologna la prossima sfida è in casa del Toro col ritorno di Mihajlovic contro la squadra che è stata sua. Ma alla quale dovrà provare a far male. La trasformazione che chiedeva Lucio Dalla nell'Anno che verrà (colonna sonora del finale felice allo stadio) deve essere completata.

Francesco Velluzzi

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10/03/2019 20:24
 
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Serie A, Frosinone-Torino 1-2: gol di Paganini e Belotti (doppietta)

I granata continuano la corsa verso l’Europa vincendo in trasferta.
I ciociari passano nel primo tempo, poi il Gallo si scatena segnando due gol.
Palo di Iago Falque nel finale



Il Toro viaggia in Settebello verso l’Europa. Capitan Belotti canta due volte e regala il sorpasso su un Frosinone dominato nella ripresa e dominante nel primo tempo. Mazzarri pesca in panchina gli uomini degli assist al Gallo: il primo è Iago Falque, su punizione, l’altro Ola Aina che su cross di Ansaldi serve il suo capitano appostato in mezzo all’area: la giravolta di Belotti è inesorabile. E condanna il Frosinone all’ennesima delusione di un campionato che finora non lo ha mai visto vincente davanti al pubblico di casa.

I RITMI — E’ stata una partita intensa anche se non spettacolare, condizionata dalla tensione per l’importanza della posta in palio. I ciociari si giocavano una parte importante delle speranze salvezza, i granata (in completo verde per l’occasione) volevano cavalcare ancora l’onda che li sta trascinando verso il traguardo delle Coppe europee. Baroni ha finito l’incontro con quattro attaccanti e due difensori di ruolo, Mazzarri con tre attaccanti più Berenguer. In contropiede al 93’ Belotti ha fallito il tris davanti a Sportiello mentre Sirigu non ha mai tremato per l’intero secondo tempo, che il Frosinone ha affrontato con l'obiettivo di difendere il gol di vantaggio trovato giustamente nella prima parte. Il Toro ripete infatti lo stesso scialbo primo tempo di domenica col Chievo ma stavolta trova un avversario che sa colpirlo. L’occasione per il Frosinone arriva quando Ciano, molto attivo, calcia un corner forte e teso. In area piccola è Paganini a svettare e gli basta impattare il pallone per tagliare fuori Sirigu.

BELOTTI COME NEL 2017 — L’imbattibilità del portiere granata si ferma così’ a 599’: Sirigu migliora così il suo record precedente, e diventa questa la migliore striscia per un portiere del Toro in un campionato a girone unico di Serie A. Il record di Bacigalupo della stagione 45’-’46 (così come il Toro di Mazzarri non raggiunge il filotto di sette gare senza subire gol fermandosi a sei), ottenuto però in un campionato diviso in due fasi, resiste ancora. Tornando alla partita, dopo il gol del Frosinone, la reazione dei granata è immediata e sfocia in una punizione di Ansaldi da fuori area che impegna in tuffo Sportiello sul palo lungo. E’ il primo tiro in porta degli ospiti, laddove il Frosinone aveva insidiato la porta del Toro in due occasioni colpendo anche un palo. La cronaca, insomma, dichiara legittimo il vantaggio guadagnato dai gialloblu nel primo tempo. Nella ripresa, sale in cattedra Belotti che firma una doppietta: prima su assist di Iago Falque su punizione, poi di Aina. Il Gallo raggiunge quota dieci gol in campionato, lui che non segnava in due partite di fila dal settembre 2017, firmando la sua seconda doppietta di questo campionato, l’ultimo volta avvenne il 4 novembre 2018 a Genova in casa della Sampdoria (1-4 per il Toro) quando la squadra di Mazzarri centrò anche l’ultimo successo in trasferta prima di oggi. Con la terza vittoria consecutiva in campionato, dopo i tre punti raccolti contro Atalanta e Chievo, il Toro prosegue la marcia verso l’Europa.

Nicola Cecere

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10/03/2019 20:28
 
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Inter-Spal 2-0, Politano e Gagliardini trascinano Spalletti

I nerazzurri tornano al successo in campionato con due reti “italiane” nella ripresa.
Nel primo tempo gol annullato a Lautaro, Brozovic k.o.



L’Inter è ancora viva. Soffre per 70 minuti contro la Spal, ma alla fine esce da San Siro con tre punti e si prepara a una settimana fondamentale: giovedì sera c’è il ritorno di Europa League e bisogna vincere per forza contro l’Eintracht Francoforte; domenica sera c’è il derby e i gol di Politano e Gagliardini (al 70’ e 78’) permettono ai nerazzurri di rimanere a un solo punto di distanza dal Milan. Ma è il cuore che spinge l’Inter nel giorno della festa di compleanno numero 111 del club, con la Spal che gioca un buonissimo primo tempo e poi finisce sulle ginocchia, spegnendosi nel momento in cui avrebbe potuto osare di più. I nerazzurri, infatti, faticano a costruire e creare pericoli, e i tiri-gol di Politano e Gagliardini alla fine sono le uniche conclusioni nello specchio dopo la rete giustamente annullata dalla Var a Lautaro nel primo tempo.

SFORTUNA — Ma c’è anche un altro dato da segnalare in casa Inter: per un motivo o per l’altro, infatti, nel secondo tempo in campo non ci sono Icardi, Nainggolan, Brozovic, Perisic e Skriniar, ovvero tutte le stelle della squadra. Eppure alla fine Luciano Spalletti riesce a tirarsi su, evitando un’altra pericolosissima frenata, aggrappandosi prima a un pizzico di fortuna (la doppia deviazione dell’azione dell’1-0) e poi blindando la vittoria con Gagliardini, in un momento in cui la sfortuna, sotto forma di infortuni, ha preso di mira la sua squadra. Stavolta Miranda si becca subito una manata in faccia da Petagna, resiste sino a fine primo tempo e poi va diretto in ospedale per una sospetta frattura alle ossa del naso. Ma l’Inter perde anche Brozovic, sostituito al 42’ per un risentimento ai flessori della coscia destra. Non un bel segnale in vista della doppia sfida con Eintracht e Milan.

MAURITO — In tribuna non c’è Mauro Icardi, ed è una notizia: qualche giorno fa si pensava addirittura che potesse tornare in gruppo ma sfumata questa ipotesi l’argentino salta la Spal anche da spettatore. Contro il Rapid e la Samp Maurito aveva visto la partita in prima fila insieme con Wanda. Oggi niente, in attesa di risolvere la telenovela con la società. E con Beppe Marotta che prima della partita dice: “C’è grande ottimismo, ora serve il buon senso di tutti. Mauro tornerà nel derby? Questa assenza forzata non lo mette in condizione di giocare subito al meglio, ma decide Spalletti”.

LA PARTITA — Aspettando Mauro, l’Inter si consola comunque con Lautaro. Non ci sarà in Europa League, ma contro il Milan sarà l’uomo dell’attacco nerazzurro. Il numero 10, rischiato da Spalletti anche se in diffida (gli altri diffidati Skriniar e D’Ambrosio restano a guardare, invece), si muove benissimo come sempre ed entra praticamente in tutte le azioni pericolose. Nel primo tempo, la doppia combinazione con Cedric (al 16’ e al 27’) si chiude a lato della porta di Viviano, prima di piede e poi di testa. In mezzo c’è anche spazio per la Spal, che fa paura con il colpo di testa di Petagna, fuori di pochissimo. Poi si vede ancora Lautaro: al 31’ fa un gran gol su cross di Asamoah ma la Var cancella tutto: l’argentino controlla con il petto e con il braccio prima di entrare in area. Giusto annullare. Ma il Toro è fondamentale anche nell’azione del vantaggio, dopo che una parte di San Siro aveva iniziato a fischiare i nerazzurri: è lui a fiondarsi su una palla vagante prima che Politano la butti finalmente dentro e faccia urlare tutto lo stadio. L’Inter che soffre e alla fine si tira su ha la faccia del Toro.

Carlo Angioni

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/03/2019 20:32
 
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