Admin e Mods

:: Benvenuti :: Welcome :: Da Ottobre 2003 :: Maggio 2009 :: Il B-side forum è vietato ai minori ::

Maggio 2009

Pandado

Simpatia Osè

Robyk

ibrahimovich87

mvalda

gianlucala

fux

teresio

Realizzato per amore del B-side e della bellezza femminile.

Da 4 anni solo il meglio per voi

Gemellaggi

Celebrity in Pantyhose :: FORUMANDO :: Vip Bellissime :: ipergnocche :: Vere Esibizioni

Risoluzione consigliata 1024x768

Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Campionato di calcio Serie A stagione 2018/2019

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2019 00:22
OFFLINE
Post: 105.053
Post: 8.248
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Fiorentina-Juventus 0-3:
gol di Bentancur, Chiellini e Ronaldo (rigore)

Tredicesima vittoria in campionato per i bianconeri che salgono momentaneamente a +11 sul Napoli.
Primo k.o. al Franchi per la Viola che in A non raccoglie i 3 punti dal 30 settembre



Per la prima volta la Juve aliena di quest’anno guarda i rivali con tre gol di scarto, in campionato. Per la prima volta il marziano assapora dieci minuti di panchina di cortesia. Per la tredicesima volta (su 14) i bianconeri si mettono in tasca tre punti rotondi, ma questa vittoria in casa dei viola è più squillante delle altre e non solo per il punteggio. In un campo tra i più ostili, nonostante la timidezza della Fiorentina di Pioli, Allegri dà una dimostrazione di sicurezza disarmante: patisce poco, domina tanto e alla fine si gode i gol di Bentancur, Chiellini e il rigore di Ronaldo. Le giocate in campo non hanno, però, cancellato la vergogna della scritta fuori dallo stadio inneggiante all’Heysel e offensiva verso Gaetano Scirea. Eppure al Franchi un applauso emozionato di tutti i tifosi viola ha accompagnato i cori degli ultrà bianconeri dedicati a Davide Astori, omaggiato con una corona di fiori da Chiellini e soci prima del match.

L'AVVIO — Allegri sceglie di dare un turno di riposo a Pjanic ed è Bentancur, in ascesa verticale, a spartire pani e pesci in mezzo. Ma è a destra la novità, con l’ex Cuadrado mezzala in una posizione stuzzicante, pronto a duettare con il tridente del “caos creativo”: Dybala, Mandzukic e Cristiano continuano nel loro gioco orbitante. A turno c’è un pianeta al centro dell’universo bianconero e le altre due punte gli ruotano ai lati, portando i rivali a perdere spesso il senso dell’orientamento. Nel movimento dei terzini, vista l’assenza di Alex Sandro, De Sciglio va a destra e Cancelo sgomma a sinistra: il portoghese è la solita freccia piantata nel costato avversario. E così dopo 15 minuti in cui la Fiorentina sembrerebbe pure propositiva e coraggiosa, la gara si sbilancia: la Juve muove le truppe, poco a poco si fa più manovriera. Quando prende stabilmente possesso della metà campo viola, trova 2-3 contatti da punizione al limite e un paio di tiri urticanti. Nel complesso, il gol non sembra troppo lontano, ma arriva da chi non ti aspetti: l’uruguagio che sembrava un po’ spaesato nel ritorno ai compiti da regista, lui che nel frattempo è diventato una mezzala che fiocchi. Porta palla, scambia con Dybala e si infila nel burro viola prima di battere da sinistro: ma oltre alla bellezza della giocata di Bentancur, c’è dell’altro che fotografa questi nuovi tempi bianconeri. La sola presenza di Cristiano impone ai difensori rivali un surplus di attenzione e di cattivi pensieri: sull’1-0 è Pezzella a fare quel passetto di troppo per colpa della distrazione aliena. In più, con Cuadrado che si allarga, Dybala trova ottime zolle: la Joya è sempre più il “tuttocampista” reclamato da Allegri, un giocatore totale che alla Juve serve come il pane.

LAMPO VIOLACEO — Se Pioli aveva chiesto alla Fiorentina una partita di grande tecnica, il risultato pare l’esatto opposto: i toscani sbagliano tanto e si affidano solo a tagli isolati di Chiesa e a qualche incursione di Benassi. E. Fernandes e Veretout, in più, arrancano in mediana quanto Matuidi alza i giri del motore. Eppure la Juve, sicura ma distratta, concede una macro-occasione: Giovanni Simeone non tocca come si addice a un centravanti argentino che abita a Firenze la palla messa dentro da Milenkovic. Szczesny, che aveva sudato freddo, si ritrova la palla tra le mani e ringrazia il momentaccio del Cholito. Se non ritrova l’efficienza e le reti del suo bomber (ma anche quelli degli altri assaltatori di Pioli), è inutile custodire velleità europee. Eppure, d’orgoglio, nel secondo tempo cresce la pressione della Fiorentina e Chiesa e soci costringono i bianconeri a sbagliare tanto, troppo, in disimpegno. Diversi i calci d’angolo accumulati, pochi battuti bene, a cui si somma qualche conclusioni in porta. Tradotto: il tridente di Pioli inizia a essere più efficace. Pure Gerson sale di livello dopo un primo tempo da dimenticare.

ANOMALIE — Quando Pioli azzarda l’ex Pjaca per Benassi, il croato si posiziona a sinistra e Chiesa cambia di fascia: su una infilata pericolosa, il figlio di Enrico avrebbe pure l’occasione di segnare, ma Cancelo fa una chiusurona che vale come un gol. Anche perché quello vero, dei bianconeri, arriva poco dopo. Anche nel 2-0 la firma non è delle più consuete: la scorribanda di turno al 24’ è di capitan Chiellini, la conclusione in mezza girata è di destro e questo rende ancora più curioso lo scenario. Niente di anomalo, invece, nel gol di giornata di Cristiano Ronaldo dieci minuti dopo: stavolta arriva su rigore, fischiato da Orsato (tornato ad arbitrare la Juve) per fallo di mano di E. Fernandes. Solo a quel punto, dopo 1250 di minuti filati giocati in campionato, l’alieno (ammonito per l’esultanza) può concedersi una sostituzione lasciando il posto tra i fischi all’ex Bernardeschi.

Filippo Conticello

Fonte: Gazzetta dello Sport
01/12/2018 23:51
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.053
Post: 8.248
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Sampdoria-Bologna 4-1 con doppio Quagliarella:
Inzaghi confermato (per ora)

I blucerchiati ritrovano la vittoria dopo cinque turni, i rossoblu si
riscoprono vulnerabili e ora vengono risucchiati nella zona calda della classifica.
Doppietta per il bomber napoletano e quanti omaggi per Gianluca Vialli...



Sprofondo rossoblu. Al settimo k.o. in quattordici giornate, con la panchina di Filippo Inzaghi ormai davvero traballante. La Samp chiude i giochi di fatto già nel primo tempo (tre reti prima dell’intervallo, 4-1 il finale), con i gol di Praet, Quagliarella (che fa il bis nella ripresa) e Ramirez, ritrovando un successo che mancava ormai da ben 55 giorni ed assesta un colpo pesante al Bologna. La squadra di Filippo Inzaghi, sempre più in crisi di gioco e di risultati, tenta una reazione dopo il primo vantaggio blucerchiato grazie al gol dell’ex Poli, ma si ferma lì. Vano anche l’ingresso di Palacio (ex genoano e fischiatissimo) nella ripresa al posto di uno spento Falcinelli. La situazione adesso, per gli emiliani si fa davvero pesante: la società conferma il tecnico, ma la prossima sfida con l'Empoli assume il carattere dello spareggio.


PRESSIONE — Il primo gol della Samp arriva al 10’, quando la pressione di Ramirez sulla trequarti blucerchiata induce Poli all’errore e sul successivo cross di Caprari, Praet – primo centro stagionale - è abile ad anticipare l’avversario calciando in rete, festeggiando così nel miglior modo possibile il rinnovo del contratto. L’impressione è che la squadra di Giampaolo abbia a questo punto la partita in mano, ma invece la gioia di Giampaolo dura poco, perché i blucerchiati si chiudono e incassano sei minuti dopo (16’) il pari ospite con Poli. Bravo, sottoporta, a colpire al volo nonostante il tentativo di Audero, che un attimo prima si era opposto con un riflesso decisivo a Santander. Ma la Samp, stavolta, non cede e riparte, approfittando subito dopo (25’) di un grave errore difensivo di Pulgar, ancora una volta innescato dalla pressione di Ramirez, che favorisce Quagliarella, con un sinistro micidiale. Prima dell’intervallo, c’è tempo per i tris di Ramirez, innescato con precisione da Caprari, che vede il corridoio giusto e apre la strada all’uruguaiano.


SPERANZA — Nella ripresa, dopo un intervallo in cui i blucerchiati sugli spalti hanno cantato a lungo per l’ex Vialli, Inzaghi ha provato a dare più spinta all’attacco schierando Palacio al fianco di Santander, mentre Giampaolo sostituiva uno spento Vieira con Ekdal. Bologna, però, di fatto mai pericoloso, mentre la Samp andava ancora in rete al 24’ con il solito Quagliarella (al 134° gol in A: superato anche Pruzzo). Da lì in poi era solo una passerella della Samp.

Filippo Grimaldi

Fonte: Gazzetta dello Sport
01/12/2018 23:56
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.053
Post: 8.248
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Milan-Parma 2-1: Cutrone e Kessie ribaltano i gialloblù

La squadra di Gattuso va sotto a inizio ripresa con il colpo di testa di Inglese, poi l'attaccante e
l'ivoriano firmano la rimonta che porta i rossoneri in zona Champions, in attesa della Lazio



In un anno di panchina rossonera, Rino Gattuso ha dimostrato con successo di non essere solo cuore e grinta, ma non si offenderà se affermiamo che il Milan visto oggi, vittorioso 2-1 sul Parma a San Siro, è un Milan alla Ringhio, nel “vecchio” senso: per un’ora scarsa Suso e compagni palleggiano facendo il solletico agli emiliani, poi vanno sotto e tremano. E si trasformano: fuori i ricami, dentro la carica e il veleno di Cutrone, che trascina ed entra nei due gol della rimonta. Patrick costruisce e segna il pari, recuperando un pallone che Suso gli ritorna, la difesa gialloblù sporca e lui trasforma in rete con una magnifica girata, e “procura” il rigore del 2-1 con un movimento che inganna Bastoni e quasi lo spinge al tocco di mano che nessuno allo stadio vede tranne la Var: Kessie dal dischetto non sbaglia e il Diavolo sale al quarto posto, in attesa della Lazio.

CHI CRESCE — Non è stato un bel Milan per novanta minuti, ma di questi tempi l’estetica può passare in secondo piano: servono punti e ne sono arrivati 4 su 6 in due gare senza Higuain. Non è stato un brutto Parma: D’Aversa ha imbrigliato a lungo i rossoneri e sfiorato il colpaccio con il colpo di testa di Inglese su corner di Svozzarella a inizio ripresa, nonostante una giornata grigia per le frecce Gervinho e Biabiany. La sua è una squadra ordinata e tosta, sa difendere e sfruttare le occasioni che si presentano: la classifica, già bellissima, potrà migliorare ancora nelle prossime giornate. Nel perenne stato di emergenza in cui versa il suo Milan, Gattuso può godersi due piccoli grandi successi: l’esperimento di Abate centrale nella difesa a quattro è riuscito e il capitano di oggi offre una buona alternativa ai titolari infortunati in vista dei prossimi match; il rendimento di Bakayoko, oggi schierato da centrale alla Biglia, cresce minuto dopo minuto: San Siro ha apprezzato sfornando applausi per gli interventi sempre puliti e utili del francese ed è esploso quando nel finale Timù ha arringato la folla dopo l’ennesimo pallone strappato agli avversari.

CHI SCENDE — Dopo il primo gol stagionale al Dudelange in coppa, Calhanoglu era atteso alla conferma ma la prova del turco non è stata sopra le righe come ci si aspettava. E i rossoneri continuano a trascinarsi il vecchio vizio di prendere gol: a Milanello si lavorerà duro anche sulle palle inattive. Con una certezza in più, però, perché la squadra che balbettava nei momenti difficili adesso ha imparato a gestirli e superarli: cuore e grinta a volte servono più della tecnica, Rino insegna.

Marco Fallisi

Fonte: Gazzetta dello Sport
02/12/2018 17:35
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.053
Post: 8.248
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Serie A, Frosinone-Cagliari 1-1: Farias risponde a Cassata

Partita scoppiettante tra gialloblù e rossoblù, ma il pareggio serve solo ai sardi.
I padroni di casa passano in vantaggio nel primo tempo, ma si fanno recuperare nella ripresa



Non segnava da un anno: 9 dicembre 2017, contro la Samp. E Farias sceglie giorno e momento giusto per riannodare il filo del gol. Il suo acuto (tocco vincente sottomisura su cross di Joao Pedro) riporta il Cagliari in linea di galleggiamento e frena la corsa del Frosinone ormai lanciato al 32’ della ripresa verso la prima vittoria in Serie A nel nuovo stadio Benito Stirpe. Niente da fare: le parate decisive di Cragno e il gol del brasiliano, subentrato nella ripresa, consegnano ai sardi il terzo pareggio di fila, laddove i padroni di casa riducono di appena un punto (-3) il distacco dal Bologna terz’ultimo, in fondo ad un match di terribile intensità.

CENTAURI DI FASCIA — In attesa di Ciano al cento per cento (recuperato ma in panchina allo Stirpe), Longo conferma il 3-5-2 dell’ultima sfida di San Siro con l’Inter, mentre Maran schiera per la prima volta in questa stagione Sau trequartista avanzando Joao Pedro in attacco al fianco di Pavoletti. Col passare dei minuti i ciociari guadagnano metri di campo e alla prima vera azione corale si portano in vantaggio al 14’: apertura a destra di Maiello per Zampano scattante a destra, assist radente all’indietro per Cassata che col destro di prima intenzione fulmina Cragno con un tiro ad incrociare. Il portiere del Cagliari ingaggia poi una sfida personale col centravanti Ciofani, che lo impegna severamente in due occasioni con due colpi di testa, specie al 26’ quando lo costringe a distendersi in tuffo: un vero e proprio salvataggio in extremis, quello dell’estremo rossoblù. La velocità di passo abbinata alla tecnica accentua il tasso di pericolosità dei ciociari, nelle ripartenze e sulle fasce: Padoin e Srna pagano a caro presso la freschezza dei più giovani Zampano e Beghetto, cresciuti parecchio nelle ultime settimane.

SECONDO ROUND — Nella ripresa la partita divampa: lo stesso Beghetto scarica subito un violento sinistro all’incrocio trovando pronto Cragno, mentre i sardi si fanno minacciosi con Joao Pedro servito da Sau (pallone di poco alto). Ad un certo punto Maran inserisce Faragò e Farias: il doppio produce subito due notevoli azioni d’attacco culminate con le belle conclusioni di Pavoletti con risposta altrettanto eccelsa di Sportiello. In un nuovo rovesciamento di prospettiva il Frosinone sfiora poi il raddoppio al 23’ con un diagonale di Chibsah deviato sul fondo dal solito Cragno. Allo Stirpe l’impressione è che possa succedere di tutto, in ragione dell’equilibrio esistente. Ma i giallazzurri non fanno i conti con Farias, lesto al 34’ a spingere in rete il pallone su cross di Joao Pedro. Una secchiata di acqua gelida sulle ambizioni dei ciociari, che nel finale sbattono sul muro di Cragno in edizione straordinaria (che parata su Ciofani nei titoli di coda), e un’iniezione di fiducia per gli ospiti, al terzo pareggio di fila. Conquistato senza Castro infortunato: particolare non da poco.

Alessio D'Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/12/2018 15:51
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.053
Post: 8.248
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Serie A, Sassuolo-Udinese 0-0. Al Mapei vince la noia

Gara con poche emozioni, un gol annullato a Duncan nel primo tempo.
I neroverdi ci provano fino alla fine, ma non sfondano il muro della squadra di Nicola



Puntone per l’Udinese d’acciaio: che poi il primo tiro in porta lo faccia al minuto 38 della ripresa (ebbene sì…), dà il senso della pirotecnìa del match friulano. Occasione buttata per il Sassuolo che non ha più la fluidità di inizio campionato ma che almeno è riuscito a confezionare un secondo tempo pieno di buona volontà e qualche discreta idea, finendo per provarci col 4-2-4 e con un Matri che in meno tempo ha fatto ben più di Babacar. Lo 0-0 è figlio di una gara che nel primo tempo è parsa povera di tutto e che nella ripresa s’è mostrata un po’ più viva. Ma mai scoppiettante, piacevole, indirizzata.

GOL ANNULLATO — Il disegno tattico di Nicola è evidente: 5-3-2 che si spalma sul campo in maniera perfetta ma spesso lascia troppo soli De Paul e Pussetto, che comunque confezionano un primo tempo fra il confuso e il pasticcione. De Zerbi si rimette a fare il 4-3-3, inserendo Lirola a destra e Rogerio a sinistra, dando la regia a Sensi e non a Magnanelli. La prima frazione della gara è sconsolante per la paura e la pochezza di contenuti: l’unico brivido arriva prima da un tiro di Duncan al 20’ (parato da Musso) e dall’angolo successivo al minuto 21’ quando il secondo assistente di linea lascia correre su un fuorigioco di Duncan stesso e Guida è costretto ad assegnare il gol. L’arbitro di Torre annunziata, però, viene avvisato dalla Var: riguarda pure, gli dicono dalla regia, ed effettivamente Duncan era nettamente fuori dai regolari radar. Gol annullato e il resto è ben poco: perché l’Udinese è attanagliata dalla paura e il Sassuolo non mostra la fluidità vista in altre occasioni, con De Zerbi che si sgola nella propria area tecnica.

GODE NICOLA — Nella ripresa lo stesso De Zerbi decide via via di cambiare praticamente tutto l’attacco mentre Nicola (con 8 uomini infortunati di cui 4 titolari) prova la mossa che può permettere all’Udinese di alzare il proprio baricentro: dentro Lasagna per Behrami, arretramento di De Paul davanti alla difesa e tentativo – non riuscito – di alzare la squadra. Nella ripresa, però, il Sassuolo trova qualcosa di più, se non altro la sveltezza che era mancata nel primo tempo: arriva al tiro con Matri, Berardi è schermato due volte e insomma fino alla fine è la squadra di De Zerbi a provarci con giusto sostegno. Ma la difesa friulana blocca tutto e il suo portiere Musso non fa mai una sbavatura. Gode Nicola, quarto punto in due partite nelle quali la sua Udinese non ha preso gol.

Matteo Dalla Vite

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/12/2018 15:56
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.053
Post: 8.248
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Serie A, Torino-Genoa 2-1: Belotti ribalta i rossoblù

Liguri in vantaggio con Kouamé ma rimontati nei minuti di recupero del primo tempo da Ansaldi e un rigore del Gallo.
Romulo espulso al 28'. La squadra di Mazzarri ritrova i tre punti dopo due turni senza vittorie



È un bel balzo in avanti quello che compie il Toro, che – ora sì - comincia a dare un respiro europeo alla propria classifica. I granata spezzano il digiuno casalingo degli ultimi due mesi e regalano a Walter Mazzarri, rientrato dopo il malore della scorsa settimana, il sesto posto in classifica. Vittoria chiave e preziosa che permette al Toro di incamminarsi con il passo giusto nell’impegnativo mese di dicembre (7 partite, coppa Italia compresa, fino al 29 con dentro anche il derby del 15). Il Genoa gioca un’ora in dieci, spreca il vantaggio di Kouamé, si lascia andare nel finale di primo tempo e poi scompare.

LA SORPRESA — Un’espulsione, un rigore, tre gol, i due del Toro nel recupero: succede di tutto, ma proprio tutto, in un primo tempo divertente, che non annoia affatto, e che si vive fino all’ultimo secondo sul filo dell’adrenalina. Il primo sussulto lo si vive un’oretta prima del fischio d’inizio quando dagli spogliatoio sbucano le formazioni ufficiali: Mazzarri cambia pelle al suo Toro e rilancia, per la prima volta dopo Torino-Napoli del 23 settembre il tridente granata: Iago largo sulla sinistra, Zaza (l’ultima volta da titolare il 5 ottobre contro il Frosinone) a fare spallate sulla destra, Belotti centroboa. Nel Genoa poche novità: Juric (in tribuna perché squalificato) disegna un centrocampo a cinque, Piotek a sgomitare davanti per aprire il campo alle incursioni di Kouamé. Primo quarto d’ora di studio: Mazzarri lo aveva chiesto alla vigilia, il Toro almeno ci prova a metterci subito intensità: la buona volontà c’è, ma si può fare meglio. Un Genoa bello compatto impedisce ai granata di sfondare; anzi, un po’ alla volta, nel mezzo i tre centrocampisti rossoblù si prendono la superiorità mettendo nel mezzo Meité e Rincon. Il primo allarme cade sessanta secondi prima del quarto d’ora: tutto nasce da un pallone velenoso perso da Belotti, sul contropiede Piatek si ferma sulla traversa (assist di Bessa), Kouamé spreca in curva il più comodo dei tapin.

L'INFALLIBILE GALLO — Quando si arriva alla mezzore, la gara sale d’intensità: Romulo in una manciata di minuti si becca due cartellini gialli, prima per un’entrata su Ansaldi poi per un’entrataccia in gioco pericoloso su Meité: dal 28’ lascia il Genoa in dieci uomini. Il Toro non ne approfitta, anzi sono gli ospiti a passare con Kouamé (al 36’) bravo a capitalizzare un calcio d’angolo beffando tutto il Toro schierato con dieci uomini nella propria aria di rigore. L’inerzia di questa domenica pomeriggio cambia radicalmente nei minuti di recupero, quando al Toro vengono i cinque minuti: al 47’ Ansaldi indovina prima il tiro della domenica, un bel sinistro, dal limite dell’area per l’1-1; poi, un minuto dopo, Sandro atterra Iago in area e Belotti trasforma dal dischetto (è il suo quinto gol stagionale, il terzo sui tre rigori calciati). Accade tutto all’improvviso: all’intervallo Torino-Genoa è 2-1.

GENOA SFINITO — L’uno-due piazzato dal Toro mette il Genoa alle corde, che nella ripresa perde entusiasmo e buona volontà. Un po’ alla volta si ritrae fino ad uscire dalla partita: i rossoblù accusano l’ora di gioco con l’uomo in meno, e la difesa del Toro diventa una montagna troppo ripida da scalare. I granata portano dalla loro le percentuali di predominio territoriale e di possesso, e sfiorano più volte il colpo del definitivo k.o. con Belotti (al 56’), Iago (59’) e Zaza (dopo l’ora di gioco). E’ questa l’unica macchia del secondo tempo del Toro, quella di non aver chiuso i conti lasciando – almeno in teoria perché il Gena non tira mai in porta – il risultato aperto. Negli ultimi dieci uomini ci vanno vicinissimi anche Belotti (Radu super su un’incornata ravvicinata) e Baselli (conclusione dal limite di poco a lato). Finisce 2-1: il Genoa si lecca le ferite, il Toro festeggia e questo pomeriggio si prende il sesto posto in classifica.

Mario Pagliara

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/12/2018 16:00
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.053
Post: 8.248
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Chievo-Lazio 1-1: Pellissier apre, il gol di Immobile pareggia il conto

I biancocelesti rimediano un solo punto a Verona e si fanno scavalcare dal Milan nella corsa Champions.
Per Di Carlo secondo risultato utile di fila


Sì, il Chievo targato Di Carlo è un'altra cosa. E, dopo aver fermato il Napoli sul suo campo, stoppa anche la Lazio, facendola scivolare fuori dalla zona Champions. La ferma con le stesse armi con cui aveva sorpreso il San Paolo. Pressing feroce, sana cattiveria agonistica, concentrazione dal primo all'ultimo minuto. Ingredienti che, invece, la Lazio in questo momento utilizza al lumicino. La squadra di Inzaghi, dopo un primo tempo inguardabile, si sveglia nella ripresa, ma non al punto da andare oltre un pareggio che certifica un momento se non di crisi, quanto meno di difficoltà. È il terzo pareggio consecutivo in campionato, dopo quelli con Sassuolo e Milan. Ed è la quarta partita di fila senza successi, coppa compresa. Il punticino, insomma, serve a poco. Quello del Chievo, viceversa, pur muovendo poco la classifica, è un'ulteriore iniezione di fiducia a credere a una missione (la salvezza) che resta complicatissima.

NEL SEGNO DI PELLISSIER — Il primo tempo è sin dalle primissime battute il confronto tra una squadra affamata e determinatissima, il Chievo, e una leziosa e supponente, la Lazio. Lo si capisce sin dalle primissime battute di gioco. Alla prima palla utile, dopo una manciata di secondi dall'inizio, Pellissier sfiora il gol su traversone di Obi e dormita generale della difesa laziale. I giocatori di Di Carlo si buttano su tutti i palloni, fanno un pressing asfissiante a tutto campo. E, appena possono, ribaltano l'azione. Dopo un paio di tentativi sfumati per diagonali provvidenziali di Radu e Wallace, il delitto perfetto si materializza al 25'. In un amen il Chievo trasforma un recupero palla sulla trequarti nell'azione che porta al vantaggio. L'assist è di Birsa per l'esecuzione di Pellissier (all'ottavo gol contro la Lazio, sua vittima preferita). Il Chievo ci prova ancora con Meggiorini qualche minuto dopo e poi rallenta un po' negli ultimi dieci minuti. Nel corso dei quali la Lazio riesce ad affacciarsi nell'area avversaria. Un colpo di testa di Correa e un tiro di Parolo le occasioni create dai biancocelesti. Troppo poco per sperare nel pareggio. Ci sarebbe anche un tiro di Immobile su cui Sorrentino compie un mezzo miracolo, ma il gioco era fermo per fuorigioco dell'attaccante.


RIPRESA EQUILIBRATA — Cambia lo spartito nella ripresa, con il Chievo che comprensibilmente non riesce a portare lo stesso pressing esasperato del primo tempo e una Lazio un po' più presente a se stessa. Inzaghi la ridisegna con un 4-3-1-2, grazie all'ingresso di Caicedo al posto di Radu. Il doppio attaccante (Caicedo-Immobile) con un trequartista a sostegno (Correa) ha se non altro il potere di svegliare la squadra biancoceleste. Che non riesce a ribaltare la partita, ma almeno a non perderla. È Immobile a evitare il k.o. al 21' dopo una bella combinazione con Correa. E il centravanti, che già in precedenza aveva sfiorato il pareggio (bravo Sorrentino), va vicinissimo al raddoppio, ma lo ferma il palo. Poi ci provano ancora Badelj e Correa, senza successo. Il Chievo, passato il momento critico, si riorganizza nel finale. Grazie anche ai provvidenziali cambi di Di Carlo. Che inserisce Cacciatore (per Meggiorini), poi l'ex Djordjevic e infine Kiyine, passando al 3-5-2. Le mosse fanno effetto e nel finale poco ci manca che i padroni di casa non tornino nuovamente in vantaggio. La palla buona capita sul piede di Kiyine, che crossa per Pellissier, ma il tiro del bomber non è irresistibile e Patric riesce a salvare sulla linea.

Stefano Cieri

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/12/2018 16:03
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.053
Post: 8.248
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Serie A, Roma-Inter 2-2: gol di Keita, Under, Icardi e Kolarov (rigore)

Un punto che serve poco ad entrambe:
i nerazzurri agganciano il Napoli a 29 punti ma mancano il sorpasso,
mentre i giallorossi salgono a quota 20 al settimo posto in classifica.
Espulso per proteste Spalletti



Gol, emozioni e recriminazione. All’Olimpico è un pareggio dal sapore dolceamaro per Roma e Inter: Di Francesco può essere orgoglioso della prova dei suoi viste le tante assenze: bene Zaniolo e Schick, un po’ meno la difesa, che ha dormito soprattutto in occasione del 2-1 di Icardi. Spalletti gode a metà: è tornato a "casa" assaporando a lungo il sapore della vittoria. Ma sarebbe stata una beffa troppo grossa per la Roma, comunque convincente, che ha protestato – giustamente – per un rigore non concesso per fallo su Zaniolo un minuto prima dell’1-0 di Keita.

AVVIO PRO ROMA — La partita è subito vivace: Zaniolo (1’) si inserisce subito bene in profondità e il cross a mezza altezza chiama subito all’intervento Handanovic. Sul capovolgimento di fronte è Icardi (2’) al volo a mandare alto un lungo traversone di Keita. Poi è ancora un cross teso di Zaniolo (5’) a mettere i brividi alla difesa nerazzurra, senza però trovare deviazione amiche. Il centrocampo di palleggiatori deciso da Spalletti (Joao Mario e Borja ai lati di Brozovic) fa bene in fase di possesso palla ma poi fatica a rincorrere e ad accorciare sulle fasce, dove la Roma crea maggiori pericoli, grazie alle sovrapposizioni di Santon (a destra) e Kolarov (sinistra) su Under e Florenzi. Proprio Florenzi accentrandosi (15’) spaventa ancora Handa, bravo a distendersi e a disinnescare la conclusione da fuori del capitano giallorosso. La risposta dell’Inter arriva al 20’, con un colpo di testa di Perisic di poco alto ma è tutto molto occasionale, perché è la Roma a fare la partita: corta, compatta, aggressiva, la squadra di Di Francesco sembra viaggiare con una marcia in più rispetto agli avversari e al 26’ va vicinissima al vantaggio. Schick va via a De Vrij e poi serva di tacco Florenzi che dal cuore dell’area centra il palo lungo.

SVOLTA — Passata la paura l’Inter reagisce col solito Icardi (30’) servito da Brozo, ma il capitano nerazzurro spara su Olsen in uscita, che poi è attento anche al 34’ su colpo di testa insidioso – ma comunque centrale - di Keita. La Roma reclama invano un rigore al 36’, con D’Ambrosio che sgambetta Zaniolo. La Var dà ragione a Rocchi (sbagliando), che conferma il non fischio. E la partita girà lì, perché sull’affondo seguente (37’) D’Ambrosio mette benissimo al centro e Keita da due passi fulmina Olsen per il vantaggio Inter. La Roma non ci sta, ma sbatte ancora su Handanovic, bravissimo a volare sulla punizione al limite di Kolarov.

PASTICCI E GOL — L’intervallo placa i nervi giallorossi, ma non la voglia di aggredire l’avversario. Icardi viene murato in avvio e poco dopo (6’) arriva il fulmine di Under dalla distanza che sorprende Handa e rimette in parità il risultato. La Roma a quel punto riprende un po’ di fiato, mentre Spalletti prova a scuotere i suoi, inserendo Politano per Keita. Perisic al 20’ sciupa un pericoloso 4 contro tre, imbeccato proprio da Politano, ma sugli sviluppi dell’angolo l’Inter torna avanti con l’imperioso stacco di Icardi, lasciato colpevolmente libero di saltare indisturbato. Errore da una parte, pasticcio dall’altra. Stavolta nell’area dell’Inter, sempre su azione d’angolo: Skriniar prolunga la traiettoria e Brozo anticipa Zaniolo allargando il braccio. Rocchi stavolta va a rivedere e assegna il rigore che Kolarov (28’) trasforma. Di Francesco richiama lo stremato Zaniolo per Perotti, poi inserisce anche Pastore; Spalletti invece prova il doppio cambio Vecino-Lautaro per Borja e Perisic per l’arrembaggio finale col 4-2-3-1. Ma cambia poco, fino alla fine. Se non che proprio Spalletti trova il tempo di farsi cacciare da Rocchi per una protesta sopra le righe nel recupero. L’Inter aggancia momentaneamente il Napoli al secondo posto, la Roma muove la classifica, ma nella corsa al quarto posto ride solo il Milan.

Vincenzo D'Angelo

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/12/2018 16:07
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.053
Post: 8.248
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Atalanta-Napoli 1-2: decide Milik nel finale

Il polacco entrato da poco decide la gara dopo le reti di Fabian Ruiz e Zapata.
I partenopei si portano così a 8 punti dalla Juve di Allegri, staccando l'Inter



Il Napoli non molla, riporta lo svantaggio a meno 8 dalla Juventus e restituisce un tantino di dignità al campionato. Il gol di Milik sul finire della gara (40’) è stata la vera intuizione di Carlo Ancelotti che, pochi minuti prima, aveva richiamato in panchina Mertens per fare spazio all’attaccante polacco. E non è stato casuale che sia stato proprio lui a realizzare il gol partita, dopo che Zapata aveva pareggiato il gol iniziale di Fabian Ruiz.

I MIGLIORI — Ancelotti rinuncia al turnover e schiera la formazione titolare, quella che ha utilizzato, fin qui, in Champions League, con Maksimovic esterno destro basso. La scelta dei migliori, ovviamente, certifica l’importanza della gara che il Napoli sa di non poter perdere. Gasperini, invece, è costretto a rinunciare allo squalificato Ilicic: al suo posto c’è Rigoni.

SUBITO FABIAN RUIZ — Pronti via e il Napoli è già in vantaggio. Un errore in uscita dei difensori bergamaschi permette a Allan di lanciare lo scatto di Insigne. Sul cross dell’attaccante, Hateboer manca l’intervento in spaccata e Fabian Ruiz, tutto solo, tocca in rete per lo 0-1. Sono trascorsi appena 90 secondi di gioco e l’Atalanta si ritrova già a rincorrere il risultato. La reazione è affidata ad un diagonale di Papu Gomez (11’), ma il pallone finisce a lato. La pressione dei bergamaschi produce poco, però. Il solo Zapata fa fatica a scrollarsi di dosso la marcatura di Albiol. Il Napoli è una meraviglia quando si distende, la velocità di Insigne e Mertens e sostenuta dal palleggio di Hamsik e Fabian Ruiz. Ed è ancora lo spagnolo (20’), trovato dal solito Insigne, a presentarsi tutto solo dinanzi a Berisha: la conclusione di destro è debole e non provoca danni all’avversario. Al 32’ è la volta di Insigne, lanciato da Albiol, a arrivare a tu per tu con Berisha: lo scavetto è fuori misura e nel contrasto, l’attaccante s’infortuna.

SPINTA ATALANTA — In avvio di ripresa l’Atalanta si sistema nella metà campo avversaria e sfiora subito il pareggio con una conclusione di Freuler deviata in calcio d’angolo da Albiol. E’ il preludio al pareggio che arriva all’11’. Gosens va via sulla sinistra e crossa, Mancini svirgola il pallone che Hateboer rimette al centro di testa. Pronto lo stop e la girata dell’ex Zapata per l’1-1. Il Napoli prova a reagire affidandosi alle solite ripartenze, ma non sempre i lanci per Insigne e Mertens sono giusti. Intanto, Gasperini tira fuori Rigoni e inserisce Valzania, mentre Papu Gomez sia accentra al fianco di Zapata. Sembra averla sotto controllo la partita, l’Atalanta. Ma Ancelotti richiama in panchina Mertens per inserire Milik. Ed è proprio l’attaccante polacco a girare in rete il cross di Mario Rui dalla sinistra. Un gol pesantissimo, che restituisce un po’ di attenzione al campionato.

Mimmo Malfitano

Fonte: Gazzetta dello Sport
04/12/2018 00:26
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.053
Post: 8.248
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
SERIE A 2018/2019 14ª Giornata (14ª di Andata)

01/12/2018
Spal - Empoli 2-2
Fiorentina - Juventus 0-3
Sampdoria - Bologna 4-1
02/12/2018
Milan - Parma 2-1
Frosinone - Cagliari 1-1
Sassuolo - Udinese 0-0
Torino - Genoa 2-1
Chievo - Lazio 1-1
Roma - Inter 2-2
03/12/2018
Atalanta - Napoli 1-2

Classifica
1) Juventus punti 40;
2) Napoli punti 32;
3) Inter punti 29;
4) Milan punti 25;
5) Lazio punti 24;
6) Torino punti 21;
7) Roma, Sassuolo e Parma punti 20;
10) Sampdoria punti 19;
11) Atalanta, Fiorentina punti 18;
13) Cagliari punti 16;
14) Genoa punti 15;
15) Spal punti 14;
16) Udinese e Empoli punti 13;
18) Bologna punti 11;
19) Frosinone punti 8;
20) Chievo(-3) punti 2.

(-3) Il Chievo sconta la penalizzazione per la sentenza del Tribunale della Federcalcio.

(gazzetta.it)
04/12/2018 00:28
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]
Campionato di calcio Serie A stagione 2019/2020 (423 messaggi, agg.: 02/08/2020 23:36)
Campionato di calcio Serie A stagione 2020/2021 (436 messaggi, agg.: 27/05/2021 00:19)
Campionato di calcio Serie A stagione 2021/2022 (quello dei Campioni d'Europa) (424 messaggi, agg.: 25/05/2022 13:28)

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 07:24. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

Versione 3.0 - Realizzata da Simpatia Osè - Risoluzione consigliata 1024x768