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Campionato di calcio Serie A stagione 2018/2019

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2019 00:22
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Serie A, Atalanta-Lazio 1-0:
Zapata fa bella la Dea, biancocelesti k.o.

All'Atleti Azzurri d'Italia decide un gol del colombiano:
nerazzurri a - 2 dalla zona-Champions, alla squadra di Inzaghi annullato per fuorigioco un gol di Acerbi nel recupero



Ancora Zapata, ancora Atalanta. Con un gol in apertura dell'attaccante colombiano la squadra di Gasperini piega la Lazio e si porta a ridosso della zona Champions, a un punto dalla formazione di Inzaghi e a due dal quarto posto del Milan, impegnato domani sera a Bologna. Vittoria di testa e di cuore quella dei bergamaschi (clicca qui per il tabellino della gara). Da formazione matura oltre che bella. Brava a sfruttare i momenti decisivi e ancora più brava a ridurre al massimo le potenzialità della Lazio. Che continua a vivere il suo momento di crisi. Settima partita senza vittorie per Inzaghi (tra coppa e campionato) e classifica che, piano piano, inizia a diventare sempre meno bella. Poco fortunata la formazione romana, che occasioni per il pareggio le crea, ma non le sfrutta. E, quando ci riesce, proprio sul gong, arriva il Var a toglierglielo.

FLASH ZAPATA — Pronti, via e l'Atalanta è già in vantaggio. È Zapata, ancora lui dopo la tripletta di Udine, a buttarla dentro. Il colombiano sfrutta uno svarione di Radu sul cross di Gosens e infila Strakosha. Male la difesa della Lazio perché, prima di Radu, sbagliano anche Marusic (che non chiude su Gosens) e Acerbi che buca l'intervento di testa. Il gol a freddo, di solito, rende la partita più aperta e meno tattica. Non così stavolta. Perché l'Atalanta, per quanto galvanizzata dal gol, evita di andare all'arrembaggio e la stessa Lazio cerca sì il pareggio, ma senza scoprirsi troppo. Ne viene fuori una partita a scacchi fino all'intervallo. Con i padroni di casa che hanno un paio di opportunità per il raddoppio (salvano prima Acerbi su Gosens e poi Radu sul traversone di Zapata) e gli ospiti che, dopo aver sfiorato subito l'1-1 con Immobile (bravo Berisha), si fanno pericolosi soprattutto nell'ultimo quarto d'ora del primo tempo. Ci provano Milinkovic e Immobile di testa e poi Correa con un tiro ravvicinato che respinge provvidenzialmente Palomino.

FINALE THRILLING — La ripresa si sviluppa sulla stessa falsariga della prima frazione. L'Atalanta è più reattiva nel primo quarto d'ora. Cerca e sfiora il raddoppio ancora con Zapata. Poi preferisce controllare piuttosto che continuare a cercare il 2-0. La Lazio cerca di riequilibrare le sorti della gara, ma col passare dei minuti perde autostima e convinzione. Prova a rianimarla con i cambi Inzaghi. Mette dentro prima Luis Alberto e Lukaku, quindi Caicedo, chiudendo con una squadra a trazione anteriore. Gasperini, a sua volta, toglie prima Ilicic (dentro Pasalic), quindi Gomez per Masiello. Col chiaro intento di conservare il risultato. Il castello sembra crollare in pieno recupero, quando sul cross di Luis Alberto Acerbi svetta più in alto di tutti e supera Berisha. Ma il Var, dopo una interminabile attesa, pesca un fuorigioco millimetrico dello stesso Acerbi. L'Atalanta può esultare.

Stefano Cieri

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/12/2018 00:02
 
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Bologna-Milan 0-0: Bakayoko espulso, Higuain impalpabile

Partita con poche emozioni e occasioni da gol.
I rossoneri allungano a +2 sulla Lazio, ma contro la Fiorentina saranno pure senza Kessie.
I rossoblù restano terzultimi


Inzaghi era costretto alla vittoria per mantenere il posto, Rino no ma aveva altrettanto da perdere: senza una riscossa immediata dopo Atene sarebbe andato incontro alla sfiducia della società e dell'ambiente. Finisce che entrambi si accontentano di un pareggio triste, senza gol e con pochissimi sussulti. A sorpresa nel Milan c'è capitan Romagnoli, recuperato a tempo di record e scongelato nella serata più fredda. In avanti Gattuso ritrova Suso, assenza pesantissima in Grecia. Inzaghi si affida ancora a Palacio e Santander: a loro il compito dei gol salva panchina. E classifica. Oltre al gelo c'è una gran nebbia che in realtà nasconde poco: in campo le squadre fanno quasi nulla per scaldare la serata. Il possesso è rossonero, ma si traduce in poche occasioni: un paio di tentativi dalla distanza di Calhanoglu e altrettanti tiri centrali di Higuain. Il Bologna è pericoloso con Palacio, che però trova l'opposizione di Donnarumma: niente di straordinario e sul tap-in Santander è in fuorigioco. Il Bologna è più coperto dietro e Inzaghi si arrabbia in panchina per tutte le ripartenze sbagliate. Anche il Milan però non punge: arriva fino al limite dell'area e si scontra sul muro avversario. Tra Suso, Cutrone, Calhanoglu e il Pipita le combinazioni sono poche e le occasioni, come detto, altrettante: una delle prime mosse della ripresa sarà proprio la sostituzione di Patrick con Castillejo e la modifica del sistema nel 4-2-3-1.

ROSSO BAKA — Il secondo tempo inizia finalmente più vivo: Santander calcia malissimo davanti a Gigio, meglio fanno Calhanoglu, Cutrone (prima di uscire) e Calhanoglu, che però non inquadrano la porta. In generale il copione resta lo stesso: Milan che prova a fare la partita (ma quanti errori) e Bologna che si vorrebbe affidare al contropiede rapido di Palacio, che ha vita dura con Romagnoli. Inzaghi cambia con Dzemaili che ha il merito di provarci personalmente o cercando la verticalizzazione: buone entrambe le idee, meno la realizzazione. La partita potrebbe svoltare mezz'ora dopo l'intervallo: Bakayoko rimedia due gialli in meno di tre minuti, il primo per un fallo su Dzemaili, il secondo per una trattenuta su Santander lanciato verso Donnarumma. Ancora Bologna e ancora un rossonero costretto al giallo (Kessie, diffidato, salterà la Fiorentina: centrocampo da inventare): sulla punizione che ne segue c'è una gran confusione in area, ma niente di determinante. Orsolini e Destro (a lui l'ultima occasione per segnare) aumentano il potenziale d’attacco del Bologna, Laxalt per Suso va nella direzione opposta. Finisce così senza gol. Per un pareggio che accontenta tutto, o nessuno.

Alessandra Gozzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
19/12/2018 13:46
 
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SERIE A 2018/2019 16ª Giornata (16ª di Andata)

15/12/2018
Inter - Udinese 1-0
Torino - Juventus 0-1
16/12/2018
Spal - Chievo 0-0
Fiorentina - Empoli 3-1
Frosinone - Sassuolo 0-2
Sampdoria - Parma 2-0
Cagliari - Napoli 0-1
Roma - Genoa 3-2
17/12/2018
Atalanta - Lazio 1-0
18/12/2018
Bologna - Milan 0-0

Classifica
1) Juventus punti 46;
2) Napoli punti 38;
3) Inter punti 32;
4) Milan punti 27;
5) Lazio punti 25;
6) Atalanta, Roma e Sassuolo punti 24;
9) Sampdoria punti 23;
10) Fiorentina e Torino punti 22;
12) Parma punti 21;
13) Cagliari punti 17;
14) Empoli, Spal e Genoa punti 16;
17) Udinese punti 13;
18) Bologna punti 12;
19) Frosinone punti 8;
20) Chievo(-3) punti 4.

(-3) Il Chievo sconta la penalizzazione per la sentenza del Tribunale della Federcalcio.

(gazzetta.it)
19/12/2018 13:48
 
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Lazio-Cagliari 3-1: Milinkovic torna al gol
e i biancocelesti ritrovano il successo

I biancocelesti tornano alla vittoria in campionato dopo 5 giornate



Arriva Tommaso e la Lazio vede il Paradiso. Plana sull'Olimpico il tifosissimo leader dei The Giornalisti e la Lazio fa gol facendo sbloccare dopo tre mesi Sergej Milinkovic-Savic. La squadra di Simone Inzaghi torna alla vittoria che mancava da cinque turni di campionato e da sette complessivi, considerando i due di Europa League. Un 3-1 (CLICCA QUI PER IL TABELLINO) al disastrato Cagliari di oggi, un messaggio forte al campionato in cui la Lazio vuol restare in corsa per l'Europa dei grandi. Manca solo la ciliegina del gol di Ciro Immobile, poi c'è tutto. Un bel Natale, insomma. Pessimo, invece, per la squadra di Rolando Maran, senza Pavoletti, Castro, Srna e Ceppitelli, ma soprattutto, per la prima volta, senza anima, senza tutte quelle doti che l'hanno portata a fare 11 risultati positivi su 16 fin qui e a sfiorare pure il buon risultato col Napoli domenica scorsa. Ma ora è necessario svoltare col Genoa per evitare guai.

PRIMO TEMPO — Simone Inzaghi propone un 3-5-2 con Parolo a dettare i tempi e Luis Alberto mezzo sinistro. Non c'è un trequartista puro, ma tanto supporto per Correa e Immobile con Marusic mobilissimo sull'asse di destra. Il Cagliari è nel suo solito schieramento con Barella a fare il trequartista sotto gli occhi del vero titolare del ruolo Lucas Castro che, impegnato nella riabilitazione per l'infortunio al crociato a Roma, è qui a soffrire con i compagni. Ionita, che sembrava a pezzi, è regolarmente in campo. Partita: tre corner di fila della Lazio, un solo tiro di Cerri telefonato per Strakosha e poi comincia la danza laziale. Correa tira a giro da destra Cragno respinge ma Milinkovic-Savic è in ottima posizione e infila senza problemi il primo vantaggio tornando al gol che gli mancava dal 23 settembre quando segnò al Genoa la sua prima e unica rete nelle 16 giornate iniziali. La Lazio si concede un'unica distrazione sulla quale Ionita non arriva per un soffio. Ma la difesa del Cagliari concede molto, molto di più. Infatti il raddoppio lo sfiora Ciro Immobile che su azione partita da Correa e proseguita con Milinkovic-Savic manda il pallone sotto la traversa. Ma la palla non entra. Entra tre minuti dopo sulla spinta di forza di Francesco Acerbi che, dopo essersi visto annullare il gol del pari a Bergamo dalla Var, stavolta lo vuole prepotentemente. Sul corner di Luis Alberto subisce la respinta di Cragno sulla prima conclusione, poi mette dentro. La curva applaude Simone Inzaghi, il Cagliari non c'è proprio. Soprattutto come atteggiamento. Nel finale Joao Pedro serve Cerri che calcia fuori, mentre nel minuto di recupero Strakosha si oppone a Faragò.

SECONDO TEMPO — Maran prova a fare la rivoluzione: Pajac (ma non era rotto?) al posto di Klavan (che ha un tendine a pezzi) e Farias per Cerri che ha fallito un'altra occasione. Padoin va a fare il centrale e Pajac si mette a sinistra al suo posto. Ma è Correa che costringe Cragno all'intervento di piede. Poi ancora Faragò spaventa Strakosha che si oppone benone. La partita sembra non avere più senso, la Lazio la controlla, ma prima del Natale vuole regalarsi qualcosa di grande e al minuto 22 la chiude definitivamente con Lulic che in contropiede, servito da Immobile, non dà scampo a Cragno. Tutto parte da un rimpallo perso da Romagna con Correa in cui l'argentino resta a terra. Da quel momento ci sono solo cambi, anche Maran si arrende: toglie Barella e mette Dessena. La Lazio sfiora il 4-0, Immobile non ha la gioia personale, mentre i rossoblù chiudono meno mestamente beneficiando di un rigore (giusto) assegnato da Manganiello per una gomitata di Bastos a Joao Pedro che dal dischetto fa 3-1 e segna il quarto gol in campionato.

Francesco Velluzzi

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 22/12/2018 22:59]
22/12/2018 22:52
 
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Serie A, Empoli-Sampdoria 2-4:
decisiva la doppietta di Caprari nel finale

Il doppio sigillo del 25enne romano, subentrato all'85',
lancia i blucerchiati alla conquista dell'Europa che conta.
Per i toscani è la seconda sconfitta consecutiva



La Samp sale ai margini della zona Champions, Quagliarella realizza il settimo centro consecutivo superando il record di Barison (stagione 1963-64) e Caprari realizza una doppietta entrando dalla panchina. La squadra di Giampaolo batte per 4 a 2 l’Empoli dopo una gara che ha visto più volte entrare in campo la Var. Per i toscani è la seconda sconfitta consecutiva.

PRIMO TEMPO — L’inizio di partita è scoppiettante. La Sampdoria al 4’ va a segno con un colpo di testa di Quagliarella su cross di Murru. Ma il bomber doriano è in fuorigioco. Come segnala il guardalinee e conferma la Var. Al 9’, invece, è l’Empoli a passare in vantaggio. Murru crolla addosso a La Gumina. L’arbitro Calvarese indica il dischetto. E la Var conferma. Perfetta l’esecuzione di capitan Pasqual che spiazza Audero. La squadra di Iachini invece di cavalcare il vantaggio si abbassa di colpo. Consentendo alla Samp di conquistare metri preziosi. Quagliarella arriva con un attimo di ritardo su un cross invitante. Poi, il pareggio al 41’. Splendida azione individuale di Ramirez che salta un paio di avversari, entra in area di rigore e con un potente sinistro beffa Providel.

SECONDO TEMPO — Ancora la Var protagonista in avvio di ripresa. L’arbitro Calvarese concede il rigore alla Samp per un presunto contatto in area Silvestre-Tonelli. Il direttore di gara viene chiamato al video e dopo quasi tre minuti annulla la sua decisione. La squadra di Giampaolo comunque è padrona del campo. Forte anche di una condizione fisica decisamente migliore. Al 20’ il primo cambio. La Samp inserisce l’ex Saponara (accolto da tanti fischi) al posto di Ramirez. Uno dei protagonisti della prima ora di gioco. I doriani insistono all’assalto. Al 24’ il vantaggio sembra cosa fatta. Quagliarella colpisce in tuffo a botta sicura. Ma la palla vola alta sopra la traversa. L’attaccante si riscatta subito dopo realizzando il gol del 2 a 1. Cross di Murru e stavolta il colpo di testa di Quagliarella va a segno. Iachini prova a cambiare qualcosa inserendo Zajc al posto del deludente difensore Rasmussen e passa al 4-3-3. Ma è ancora la Samp a sfiorare il bersaglio con un colpo di testa di Andersen. Providel blocca con bravura. Al 31’ l’Empoli pareggia con Caputo che batte Audero con un perfetto diagonale in corsa. Calvarese annulla per fuorigioco su segnalazione del guardalinee. Ma la Var cambia ancora la decisione del direttore di gara. Caputo è in posizione regolare e il gol è valido. Ma non è finita.

CAPRARI SHOW — Al 42’ la Samp torna in vantaggio. Micidiale contropiede, bel tocco di Saponara che libera Caprari. L’attaccante va a segno con la complicità del portiere Providel. Arriva anche il 4 a 2, lo mette a segno ancora Caprari che tenta un cross che si trasforma in una conclusione imparabile per Providel. Segna anche La Gumina ma la Var annulla una rete che comunque non avrebbe cambiato l’esito della sfida.

Luca Calamai

Fonte: Gazzetta dello Sport
22/12/2018 22:57
 
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Genoa-Atalanta 3-1: Radu salva, Piatek segna.
Prima vittoria per Prandelli

A Marassi il portiere di casa ferma Ilicic dal dischetto, lanciando i rossoblù.
Autogol di Toloi, poi Lazovic e il polacco:
prima gioia per il nuovo tecnico Alla Dea non basta il rigore di Zapata



Il Genoa torna al successo dopo 83 giorni con il primo successo della gestione-Prandelli (clicca qui per leggere il tabellino della gara), contro un’Atalanta penalizzata dal k.o. in avvio di De Roon (costretto a uscire in barella), poi sbaglia un rigore con Ilicic e nella ripresa chiude in nove per le espulsioni di Palomino e Toloi.

HANDICAP — Partenza a handicap per la squadra di Gasperini, che perde in avvio De Roon per un intervento scomposto di Romero (ammonito). Il giocatore atalantino è costretto a uscire in barella, e al suo posto Gasperini inserisce Pessina, sino a ieri solo 2 presenze e 53 minuti in campionato. Una sfida da cuore e batticuore, in un primo tempo che dopo un grande intervento di Radu su Toloi al 20’, si accende all’improvviso al 33’. Romero salta a braccia aperte, tocca il pallone con la mano sinistra, ma il signor Doveri fa proseguire il gioco, nonostante le proteste nerazzurre.

VAR UNO — Trenta secondi dopo, però, su segnalazione del varista Fabbri, consulta il monitor e assegna il rigore. Sono attimi di grande tensione, la panchina rossoblù esplode e ne fa le spese il d.g. genoano Perinetti, espulso. Dal dischetto Ilicic si fa respingere il rigore da Radu. C’è tensione anche sulla panchina ospite: il fisiologo Bangsbo e Raimondi vengono allontanati dal campo.

VAR DUE — Quasi allo scadere del primo tempo, Atalanta ancora vicina al gol con Gomez (palo), ma Doveri ferma ancora il gioco per un sospetto tocco di mano di Criscito. Stavolta il gioco riparte e al sesto minuto di recupero Toli tocca sciaguratamente in gol un colpo di testa di Piatek e inganna Berisha. La squadra di Prandelli va così al riposo in vantaggio per uno a zero. Dopo l’intervallo, il tecnico rossoblù inserisce Rolon al posto di Veloso, un po’ in affanno nel primo tempo. Parte subito forte l’Atalanta, che al 2’ manca il pari con Zapata (conclusione a lato da distanza ravvicinata). Piatek (4’) sfiora il palo, ma subito dopo (9’) Criscito stende Freuler in area. Rigore per l’Atalanta e stavolta dal dischetto Zapata non sbaglia. Uno a uno. Il pari ospite toglie qualche certezza a Piatek e compagni e dall’altra parte Gasperini inserisce Rigoni per Gomez. Eppure, su un pallone rubato da Kouame, Romulo centra dalla destra un cross lungo che pesca dal lato opposto Lazovic: stop, controllo, tiro forte e angolato che sorprende Berisha. Genoa di nuovo in vantaggio. Ma la tensione non scende: dalla panchina genoana viene allontanato anche il preparatore dei portieri, Scarpi, per proteste. Berisha risponde da campione (30’) a un diagonale di Bessa, mentre Prandelli rinuncia a una punta e rinforza la mediana con Sandro. A dieci minuti dalla fine, il secondo giallo per Palomino (fallo su Piatek) lascia l’Atalanta in inferiorità numerica e apre grandi spazi per i rossoblù. Toloi passa al centro, a destra scala Hateboer, il cui errore (38’) porta i rossoblù vicini al terzo gol con il polacco. Che, al 43’, va comunque a segno con un destro all’incrocio su cross di Bessa che fa esplodere il Ferraris. Prima del fischio finale, secondo rosso atalantino a Toloi, poi è solo festa genoana.

Filippo Grimaldi

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22/12/2018 23:02
 
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Milan-Fiorentina 0-1, Chiesa segna, il Diavolo scende al 5° posto

I rossoneri attaccano nel primo tempo ma Lafont para tutto.
Nella ripresa il gol-vittoria del figlio d'arte, una splendida botta
da fuori area che fa scivolare Gattuso in classifica.
Ritorno in campo per Conti



Non sarà un gran Natale per il Milan, sconfitto in casa dalla Fiorentina e privato del quarto posto dalla Lazio. Partitaccia di un Diavolo confuso e incerottato, che nelle ultime quattro gare tra campionato e coppa ha raccolto la miseria di due pareggi e due sconfitte (con eliminazione dall’Europa League). Finisce 1-0 per la Viola, rilanciata verso l’alto da un gioiello di Federico Chiesa.

CALHA SPRECA — Accorrono in oltre 52mila al Meazza per assistere a quello che dovrebbe essere uno scontro diretto per il posto in Europa, possibilmente quella di Champions. Il primo tempo, però, offre più voglia che precisione: l’impegno delle due squadre non manca, ma non è sempre supportato dalla lucidità negli ultimi venti metri. Le occasioni, in realtà, il Milan le avrebbe anche. E capitano quasi tutte a Calhanoglu: due tiri parati, uno respinto da Milenkovic a portiere battuto, uno sprecato in solitudine. Al conto va aggiunto un sinistro di Rodriguez dal limite, su cui Lafont interviene in tuffo.

PIPITA A SECCO — Quello che scende in campo all’inizio è un Milan che torna al 4-3-3 e che presenta Calabria in mediana, ruolo che non ricopriva dai tempi delle giovanili. Accanto a lui c’è Mauri, mentre in attacco spazio a Castillejo (panchina per Cutrone). Gli occhi sono puntati su Higuain, a secco da 7 partite prima di questa, ma il Pipita si vede raramente e non dà l’idea di essere al meglio. Neppure la Fiorentina, con Mirallas confermato in avanti, punge granché. Chiesa va spesso in accelerazione per conto suo, Simeone non ha molti palloni giocabili. Piuttosto scontato lo 0-0 all’intervallo.

DECIDE CHIESA — Higuain ha un sussulto a inizio ripresa, dopo una chance per Mirallas e una per Suso: gira bene di testa, Lafont è ancora reattivo. A metà ripresa, Gattuso svolta verso il 4-4-2 con Calabria e Calhanoglu interni, esperimento degli esperimenti: Cutrone (dentro per Mauri) ritrova il suo posto accanto al Pipita, a sinistra si colloca Laxalt (dentro per Castillejo). Montolivo resta in panchina una volta di più. La mossa, però, non paga. Ed è la Viola a trovare il varco giusto, al minuto 73. Il guizzo di classe è firmato Federico Chiesa, che si salta secco Calabria e scarica un destro da fuori area su cui Donnarumma non può arrivare. Il Milan accusa il colpo, ha una sola vera chance per pareggiare con Rodriguez, ma Lafont disinnesca il suo colpo di testa. L’unica notizia per rendere meno indigesto il panettone è il ritorno in campo di Andrea Conti: non giocava un match ufficiale in prima squadra dall’agosto del 2017.

Stefano Cantalupi

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22/12/2018 23:06
 
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Serie A, Napoli-Spal 1-0: gol di Albiol

Il colpo di testa dello spagnolo a fine primo tempo porta
i campani momentaneamente a 5 punti dalla Juventus



Col minimo sforzo, ma anche col patema finale. Il Napoli batte la Spal e guarderà con interesse al risultato della Juventus, in campo tra poche ore contro la Roma. C'è voluto un colpo di testa di Albiol, su palla inattiva, per sbloccare il risultato. Un vero toccasana, considerata la scarsa vena degli attaccanti, ancora una volta rimasti al palo. E così l'astinenza di Insigne e Mertens continua, nonostante la piena fiducia concessa loro da Ancelotti. La Spal s'è difesa come ha potuto e nel finale ha addirittura sfiorato il pareggio che gli è stato negato da una parata prodigiosa dell'ex Meret.

POCHI RISCHI — Ancelotti non vuole rischiare niente e limita il turnover ad un paio di cambi, considerando che Allan è fuori per un problema alla schiena. Sorprende la scelta dell'allenatore napoletano di tenere fuori Arek Milik, l'uomo che ha deciso le ultime due trasferte, a Bergamo e Cagliari. E sorprende anche la decisione di schierare Koulibaly e Insigne, entrambi diffidati. Probabilmente, la poca consistenza dell'avversario avrà consigliato al tecnico di rischiarli, a prescindere. Ed in effetti, pronti via, la Spal si sistema nella propria metà campo rimettendosi ad improbabili ripartenze che dovrebbero esaltare la velocità di Paloschi e Lazzari: il tentativo non riesce.

PALLA INATTIVA — Il Napoli, in ogni modo, fa fatica a trovare gli spazi giusti per sorprendere Gomis. Ci prova Insigne (11') e riesce pure a segnare, ma il gol è annullato per fuorigioco. Il primo tiro in porta degli emiliani arriva al 36': la conclusione di Cionek è alta. La pressione del Napoli è costante, la Spal si difende a oltranza, arretrando anche i due esterni di centrocampo, Lazzari e Fares. La barriera eretta da Semplici a difesa di Gomis regge per tutto il primo tempo e crolla soltanto nei minuti di recupero (46') quando Albiol salta più in alto di tutti e gira di testa in rete il calcio d'angolo battuto da Mertens. Ancelotti tira un sospiro di sollievo, il suo Napoli al riposo in vantaggio.

MIRACOLO MERET — La parte iniziale della ripresa è un monologo del Napoli, interrotto dalla conclusione di Schiattarella (8') che Meret respinge col corpo. Tanto lavoro, ma poca concretezza, perché nell'area della Spal va in onda il festival dei gol sprecati. L'idea di dover arrivare in porta col pallone spesso penalizza la fase offensiva. Ci prova Mertens (18'), ma il tiro è controllato da Gomis. È la volta di Koulibaly (23') a colpire male di testa il pallone a pochi metri dal portiere emiliano. La spinta del Napoli si esaurisce al 36' con il palo colpito da Mertens. Poi, il San Paolo assiste timoroso all'assalto finale della Spal. Meret deve superarsi in due occasioni: su Plaoschi (46') respingendo coi pugni e un minuto dopo sul colpo di testa di Fares: il suo colpo di reni per togliere il pallone dalla porta è un vero prodigio.

Mimmo Malfitano

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22/12/2018 23:10
 
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Sassuolo-Torino 1-1: Belotti illude, Brignola pareggia al 92’.
Gol annullato a Iago al 94’

Partita molto equilibrata a Reggio Emilia: granata in vantaggio nella ripresa con il gol del Gallo.
I neroverdi pareggiano al 92’, due minuti più tardi annullata la rete a Falque



La Var cancella il colpaccio del Torino: è 1-1 (GUARDA QUA IL TABELLINO DELLA PARTITA). Perché sui fuorigioco il controllo è obbligatorio, su spinte e trattenute (i lamenti del derby) no. E quindi la zampata della vittoria firmata Iago Falque viene annullata dopo un minuto di rivisitazione dell’azione alla moviola: resta il pareggio acciuffato di testa da Brignola un minuto dopo il novantesimo e resta l’amarezza dei granata, che avevano condotto a lungo il match grazie al diagonale di capitan Belotti (54’) ispirato da un assist al bacio di Zaza. Che con Ichazo (parata decisiva su splendida sforbiciata di Matri, 50’) ha riscattato il pasticcio della stracittadina anche attraverso una prestazione finalmente incisiva.

EQUILIBRIO — Partita incandescente nel lungo recupero (oltre 6’), e nel complesso equilibrata. Le squadre si sono alternate nel comando delle operazioni fin dalla prima parte, dove ci sono stati soltanto due acuti in zona gol, uno per parte.

MARCATURE — De Zerbi ha preferito Matri a Babacar (entrato poi), Mazzarri si è preoccupato molto di bloccare le fonti di gioco e quindi ha piazzato Baselli a uomo su Sensi e Meité addosso a Locatelli. I due granata si sono invertiti i compiti nella ripresa. Mentre Bourabia è finito contro Rincon che perciò slitta spesso a sinistra rispetto la sua abituale posizione centrale laddove Baselli ha agito agisce praticamente da trequartista.

BUON BERARDI — In avanti il Sassuolo può contare sul grande dinamismo di un Berardi in condizioni atletiche eccellenti. Pure Di Francesco, sull’altra fascia, è bello vivace. Il Toro ripropone la coppia offensiva del derby con Zaza che appare ben disposto e capitan Belotti impegnato a cucire il gioco con i centrocampisti, un compito assai dispendioso.

PRODEZZE — La sfida si mantiene interessante anche se le difese finiscono per prevalere puntualmente sui tentativi di sfondamento. Al riposo i tifosi granata ripensano con rammarico al diagonale mancino di Zaza respinto in volo da Consigli. Quelli neroverdi non hanno digerito la parata in tuffo di Ichazo sul colpo di testa ravvicinato di Berardi. Il sostituto di Sirigu si ritrova la palla tra le mani giusto sulla linea bianca perché l’attaccante del Sassuolo impatta la sfera in modo sporco: l’avesse presa di fronte piena sarebbe stato impossibile evitare il gol, si era nell’area piccola.

Nicola Cecere

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22/12/2018 23:14
 
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Serie A, Udinese-Frosinone 1-1: gol di Mandragora e Ciano

Lo scontro-salvezza si risolve senza vincitori:
al vantaggio dei padroni di casa rispondono i ciociari nella ripresa



L’Udinese tira di fatto una sola volta in porta, fa gol con Mandragora (32’ del primo tempo), ma resta in letargo per tutta la gara e alla fine l’1-1 (pareggio di Ciano su rigore) penalizza soprattutto il Frosinone. Fischia la Dacia Arena, sonora contestazione: nel mirino giocatori e società. Prestazione sconcertante, sia fisicamente sia a livello di personalità dei ragazzi di Nicola. Buon inizio invece per Baroni, che muove la classifica e prende atto di avere fra le mani un gruppo ancora vivo.

RITMO BASSO — Squadre praticamente a specchio: 3-5-2 con De Paul da una parte e Ciano dall’altra a svariare lungo tutto il fronte offensivo a supporto rispettivamente di Lasagna e Ciofani. Non solo, i due di fatto sono i veri registi avanzati delle rispettive squadre: rientrano anche di parecchi metri per cercare di dare qualità e qualche idea decente in una gara però bloccata, davvero bruttina per tutto il primo tempo. E in effetti il gol di Mandragora arriva dal nulla dopo oltre mezzora di non gioco, ritmo bassissimo e attacchi sempre a difesa schierata. Il gesto tecnico del centrocampista di scuola Juve è comunque da applausi: lungo centro da destra di Larsen e sinistro di prima intenzione di Mandragora appostato sul secondo palo con Zampano che non riesce a chiudere in tempo. L’Udinese è di fatto tutta qui prima dell’intervallo: da segnalare un paio di tiri da lontano (Fofana e De Paul) fuori misura. In mezzo al campo, Behrami va soprattutto di vanga, Fofana spinge in maniera disordinata e Mandragora sbaglia parecchio in appoggio. Sulle fasce da registrare la generosità di D’Alessandro e la “timidezza” di Ter Avest. Il Frosinone? All’11’ Chibsah colpisce di testa da buona posizione ma Musso blocca a terra. Quindi, una volta in svantaggio, ecco il missile dai 25 metri di Ciano che colpisce il palo alla destra di Musso: sorpreso e immobile il portiere argentino.

LA RIPRESA — Poco prima dell’ora di gioco, Baroni cala la carta Pinamonti: fuori il deludente Ciofani. Il baby attaccante piazza subito un paio di pressing che danno fastidio là dietro ai friulani. Al 15’, Ekong tarda a rinviare un centro velenoso a due passi da Musso, e quando trova i giusti tempi per calciare sembra invece colpire le gambe di Ciano che nel frattempo aveva preso posizione fra palla e avversario: rigore. È lo stesso Ciano a trasformare. Baroni toglie allora Fofana: dentro Pussetto; Udinese con De Paul a ridosso di Lasagna e appunto Pussetto. Ma i bianconeri non cambiano mai passo ed è anzi il Frosinone ad alzare il baricentro: pericolosissimo il sinistro a girare di Pinamonti (sporcato in angolo da Ekong), poi Musso blocca a terra il destro di Chibsah.

Mirko Graziano

Fonte: Gazzetta dello Sport
22/12/2018 23:17
 
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