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Campionato di calcio Serie A stagione 2018/2019

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2019 00:22
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Milan-Napoli 0-0: Piatek debutta, Ancelotti espulso

Equilibrio assoluto nell'anticipo della 21ª giornata:
debutta l'attaccante polacco, Ospina salva su Musacchio e
alla fine le squadre si prendono un punto ciascuna



Lo scontro Champions tra l’allievo e il maestro finisce in parità. Senza gol, con qualche emozione e senza noia. Il Milan presenta per la prima volta Paquetà a San Siro, mentre i tifosi devono scorgere Piatek inizialmente tra le riserve. Cutrone è titolare, senza sorprese. Qualcuna in più nel Napoli: scontati i rientri di Insigne e Koulibaly, meno il cambio tra i pali tra Ospina e Meret. La prima occasione è loro: sull’asse Insigne-Callejon lo spagnolo arriva al tiro e Donnarumma fa una figura simile a quella su Milik, nell’ultimo Milan-Napoli. Il Milan è altrettanto propositivo, accende San Siro fino all’area avversaria quando però non riesce a trovare spazi per il tiro. Ci prova Calhangolu, bloccato da Ospina. O rovesciando il fronte prima Zielinski di forza poi Callejon in pallonetto: sempre fuori. A parte Gigio in avvio, i portieri non risultano molto operativi: eppure la partita è piacevole, e sembra potersi definitivamente accendere da un momento all’altro. Poche palle gol fatte arrivare ai centravanti: Cutrone e Milik restano senza rifornimenti per quasi tutti i primi 45’.

11 A 9 — Dopo due minuti della ripresa l’occasione è rossonera: Kessie approfitta dell’errore in disimpegno di Albiol ma alza alto co deviazione decisiva di Malcuit. Ecco la fotocopia del primo tempo: un’occasionissima in avvio e poi squadre che giocano ma il ritmo che un po’ cala. Il Napoli fa più giro palla, il Milan è più costretto a inseguire: per questo la fatica si fa sentire a metà tempo. Milik dall’altezza del rigore si gira in area e ritrova Donnarumma al centro, Zielinski dalla distanza pesca ancora reattivo Gigio, anche se in due tempi. Così prima della mezz’ora Rino cambia: fuori un nuovo acquisto (Borini per Paquetà) e dentro l’ultimissimo arrivato, Piatek per Cutrone. Subito dentro la partita: Borini verticalizza per Piatek e Koulibaly salva. Sull’angolo successivo ci prova Musacchio in acrobazia e a esaltarsi stavolta è Ospina. Il finale resta però del Napoli con un altro tiro dalla distanza, ancora di Zielinski. Sempre lui è imperdonabile dopo, in azione di contropiede supportata da quattro uomini: il tiro è ancora su Gigio. Finisce 11 a 10 (o nove): espulsi nel recupero Ruiz e Ancelotti.

Alessandra Gozzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/01/2019 00:46
 
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Chievo-Fiorentina 3-4: Muriel e Chiesa trascinano i viola

Partita dalle mille emozioni nel lunch match della 21esima giornata di Serie A.
La squadra di Pioli ritrova il successo dopo tre partite a secco



Molti gol, molti errori, di certo non un grande spettacolo. Grazie a Chiesa la Fiorentina coglie una vittoria sul campo del Chievo in un'ora-pranzo gelata. Comincia benissimo per i viola con il gol di Muriel al quarto minuto, ma il Chievo reagisce rabbiosamente e prima del raddoppio di Benassi c'è tempo per un gol annullato (pasticcio di Vitor Hugo con il portiere Lafont, ma il silent check aiuta l'arbitro: Pellissier era entrato in area prima che il portiere rinviasse) e un rigore reclamato e non concesso al Chievo. Subito dopo, ecco il raddoppio con l'inserimento di Benassi, servito da Simeone dalla linea di fondo.

RIMONTA CHIEVO — Partita chiusa? Nonostante i nervi tesi, la squadra di Di Carlo mantiene la lucidità necessaria e Stepinski con un bello stacco di testa beffa Pezzella. Partita riaperta e continui colpi di scena anche nel secondo tempo, con l'espulsione di Benassi per fallo di mano, il rigore stavolta concesso e segnato da Pellissier, poi parate e traverse in ordine sparso, fino a quando Gerson, entrato all'inizio del secondo tempo, prima lancia Chiesa verso il nuovo vantaggio, poi colpisce la palla con la mano in area per un rigore dubbio e stavolta concesso da Chiffi: Lafont, fino a quel momento in balia dei colleghi difensori, si riscatta parando il tiro di Pellissier, e subito dopo Chiesa costruisce con Gerson un dai e vai che vale il quarto gol viola.

APPLAUSI AL CHIEVO — Finita finita? Neppure per sogno, perchè Djordjevic ci mette la testa e riporta sotto il Chievo. Non c'è tempo per pareggiare, ma il Chievo esce fra gli applausi dei tifosi, soprattutto Pellissier, ultimo a imboccare la via degli spogliatoi consolato da Di Carlo. Una bella scena per sigillare una gara sconclusionata, decisa da difensori imperdonabili e da un attaccante che mezzo modo vorrebbe: Federico Chiesa.

Alessandra Bocci

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/01/2019 16:41
 
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Atalanta-Roma 3-3: Dzeko è tornato, ma la Dea risorge e pareggia

Il bosniaco trova la doppietta, El Shaarawy fa il terzo, poi si spegne la luce.
I bergamaschi a segno con Castagne, Toloi e Zapata.
Il colombiano sbaglia anche un penalty



Esattamente come all’andata, anche se all’Olimpico fu la Roma a recuperare (quella volta da 1-3) per chiudere poi sul 3-3- finale. Stavolta, invece, un’Atalanta gigantesca per cuore e personalità è capace di risalire dall’inferno (0-3) fino al pareggio, grazie ad un Gomez favoloso e ad un Castagne che a sinistra ha vinto i duelli prima con Karsdorp e poi con Florenzi. La Roma, invece, butta via una vittoria praticamente acquisita, ma soprattutto gioca un secondo tempo in cui non riesce mai a tirare in porta, restando spesso vittima dell’aggressività nerazzurra. Eppure Dzeko si era finalmente svegliato e sembrava aver vinto il duello a distanza con Zapata. Ed invece è proprio il colombiano, dopo aver sprecato un rigore, a segnare il meritato 3-3 finale e a chiudere la partita così.

LE DUE FACCE — Gasperini dietro preferisce Djimsiti a Palomino e a sinistra Castagne a Gosens, Di Francesco invece deve rinunciare in extremis a Fazio, debilitato dall’influenza settimanale. Confermata davanti l’opzione di Zaniolo spostato a destra. Considerando lo stato di salute di entrambe le squadre, ci si aspettava una partita scoppiettante. Attese non tradite, anzi. Anche perché sia Atalanta che Roma pressano subito altissime, con i giallorossi che dopo appena 3’ di gioco trovano il vantaggio con Dzeko (bello l’assist di petto di Zaniolo ad andare dentro). Era l’uomo più atteso, quello chiamato a cambiare marcia alla Roma. Stavolta non si è fatto attendere, perché il bosniaco segna anche il 2-0 (33’), sfruttando un brutto malinteso tra Toloi e Berisha. E l’Atalanta? Il gol preso a freddo ha cambiato ovviamente lo spartito della partita, ma la squadra di Gasperini spinge in continuazione, lasciando però troppo spazio alle ripartenze giallorosse. Ilicic fa ammattire Marcano, ma spesso è troppo egoista e finisce con il rovinare tutto. Zapata, invece, stavolta si deve arrendere a Manolas, mentre Gomez ogni volta che tocca palla è un pericolo: prima prende la traversa su angolo (6’), poi manda dentro Ilicic che spreca a lato da solo davanti ad Olsen (9’) e infine mette dentro una palla tagliata bassa su cui ancora Ilicic arriva con un soffio di ritardo per il tap-in vincente. La pressione sella Dea è costante, Manolas salva su Ilicic a botta sicura, Karsdorp rinvia sulla linea un colpo di testa di Zapata che sembrava gridare al gol. Quando però costruisci così tanto senza concretizzare, facile dopo essere puniti. Anche perché la Roma riparte che è una bellezza e quando si distende in contropiede sembra una fisarmonica perfetta. Così al 40’ è ancora Zaniolo a trovare dall’altra parte El Shaarawy, che brucia Berisha per il 3-0. Sembra tutto archiviato, ma a un minuto dal riposo un colpo di testa di Castagne (su Karsdorp) riapre i giochi.

DOMINIO DEA — Neanche il tempo di ripartire che Ilicic ha un’occasione colossale per riaprire la partita, ma contro ogni legge della fisica riesce a sbagliare a pochi metri da Olsen. Ora è una corrida, duelli ovunque, anche con qualche eccesso di troppo. E al 14’ Gomez inventa un’altra pennellata delle sue per Toloi, che in area svetta su Manolas e brucia Olsen. La foga agonistica dell’Atalanta adesso è fortissima, spinta da uno stadio entusiasmante. La Roma invece è ormai alle corde e non riesca mai a risalire. Nzonzi si ammonire per proteste (salterà il Milan, esattamente come Cristante) e Di Francesco per riequilibrare la squadra inserisce Florenzi per Pellegrini, riportando Zaniolo alle spalle di Dzeko. Al 23’ Ilicic va giù in area, per Calvarese è simulazione, con giallo per lo sloveno. Poi interviene la Var e Calvarese torna sui suoi passi: rigore, con il giallo che da Ilicic passa a Kolarov. Sul dischetto va Zapata, che calcia alle stelle. Il colombiano però si rifa un minuto dopo, quando di destro beffa Olsen, con Manolas che chiude in ritardo. Nonostante il 3-3, l’Atalanta non è paga e con Hateboer sfiora anche il 4-3. Di Francesco non sa più che fare e allora passa alla difesa a tre (dentro Fazio). Al 42’ altro brivido, con Castagne che da due passi non riesca ad insaccare. Al 45’ Olsen salva su Barrow, ma è fuorigioco. Finisce così, con la Roma a recriminare per una vittoria buttata via e l'Atalanta a gioire per un pareggio strameritato.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/01/2019 18:25
 
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Bologna-Frosinone 0-4:
reti di Ghiglione, Ciano (doppietta) e Pinamonti

Scontro salvezza a senso unico:
padroni di casa in 10 dopo soli 14 minuti per l’intervento di Mattiello su Cassata,
gli ospiti dilagano con due reti per tempo



Clamoroso al Dall’Ara: Bologna zero, Frosinone 4. Adesso Filippo Inzaghi è più fuori che dentro, e forse il Bologna è ancor più in B che in A. Il Frosinone umilia il Bologna e il resto è solo cronaca. In tutto questo ha sbagliato anche Inzaghi stesso agevolando la tempesta perfetta di un Frosinone che dopo aver vinto in Emilia (casa-Spal) ha ribaltato anche il Dall’Ara davanti a Saputo che guarda molto al futuro dovendosi però preoccuparsi più del presente. Bologna che sparisce dopo 14’, ovvero quando Mattiello si fa scioccamente e giustamente cacciare dal campo (rosso diretto) per entrata su Cassata. Da quel momento, il Frosinone si è trovato in mano il campo ideale per darsi convinzione: il 4-0 a Bologna avvicina i ciociari proprio ai rossoblù che peggio di così non potevano immaginare di andare e che ora dovranno trovare un tecnico che risollevi una situazione imbarazzante.

BOLOGNA, SBAGLIANO TUTTI — In sette minuti il Bologna piomba nell’incubo: al minuto 14’ Mattiello merita il cartellino rosso per entrata sulla caviglia di Cassata e da quel momento il Bologna entra nella confusione più totale. Perché Inzaghi invece di infilare un terzino destro di ruolo arretra Poli nella difesa a 4 ed è proprio da quella parte che il Frosinone trova la gloria: due cross di Beghetto (minuti 18 e 21) mettono in rete Ghiglione e Ciano completamente soli in mezzo all’area. E’ un Bologna che aveva iniziato rombando e tirando (con Orsolini e Palacio) ma dal momento dell’inferiorità numerica è andato completamene nel pallone legittimando (con errori del tecnico e propri) il doppio vantaggio di un Frosinone che si è presentato con Ciano e Pinamonti davanti e che sin dai primi minuti aveva evidenziato inferiorità rispetto al Bologna. Ma di questi tempi in rossoblù succede un po’ di tutto, e così in due occasioni (minuto 25 e 39) la Curva Bulgarelli perde la pazienza e grida prima “tirate fuori le palle” e poi “Fenucci stiamo arrivando”. Un primo tempo impietosamente sbagliato da parte degli uomini di Inzaghi poi controllati – in alcune fiammate – da un Frosinone colmo di realismo e semplicità. Il Lato A del match finisce coi fischi dello stadio: nessuno escluso.

DONADONI — Nella ripresa Inzaghi infila Calabresi e Destro ma il Frosinone fa il terzo e il quarto gol con Pinamonti prima (e giochi liberi ancora di Beghetto) e poi con Ciano che vola libero infilando il 4-0. Il Bologna colleziona calci d’angolo ma non sfonda: non ha i mezzi e forse da domani avrà anche un nuovo allenatore, sempre ricordando che Donadoni è ancora a libro paga fino a giugno.

Matteo Dalla Vite

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/01/2019 18:30
 
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Parma-Spal 2-3: doppio Inglese, poi l'incredibile rimonta ferrarese

Derby da brividi: crociati avanti di due gol fino al 70’,
poi la squadra di Semplici ribalta la partita.
Tre punti importanti in chiave salvezza



L’impresa della Spal è clamorosa. Sotto di due gol a metà del secondo tempo e con il pensiero che la vittoria manca addirittura dal 20 ottobre 2018, la squadra di Semplici si trasforma e in venti minuti ribalta il canovaccio della partita e va a conquistarsi una meritatissima vittoria in trasferta contro il Parma. Il sigillo finale di Fares (gran tiro da fuori area) è il simbolo della tenacia dei ferraresi che, neppure quando si sono trovati con l’acqua alla gola, hanno alzato bandiera bianca. Il Parma, invece, dimostra una fragilità che finora in campionato non aveva mai palesato. Non si può dilapidare un vantaggio di due gol, in casa. Troppe disattenzioni sulle palle inattive e sui cross.

PRIMO TEMPO — Il rigore trasformato da Inglese dopo 11 minuti dovrebbe consentire al Parma di gestire la partita, di aspettare gli avversari e ripartire in velocità in contropiede, che è poi l’arma preferita dai ragazzi di D’Aversa. Succede, invece, che il pallino della sfida lo prende in mano la Spal e non lo molla più fino al termine del primo tempo. Il Parma non riesce quasi mai a innescare Gervinho e Inglese e sembra troppo prudente e troppo attendista. Sono soprattutto i cross dalla trequarti a tenere in apprensione la difesa del Parma: Fares, a sinistra, e Lazzari, a destra, spingono come forsennati e scodellano in mezzo all’area palloni su palloni. Bruno Alves e Bastoni hanno parecchio lavoro da sbrigare. La Spal, tuttavia, a parte queste soluzioni sugli esterni, non trova mai l’imbucata centrale.

SECONDO TEMPO — È sempre Inglese, che si fionda sulla ribattuta della traversa dopo il tiro di Gervinho, a trascinare il Parma in avvio di ripresa. E a quel punto, sul 2-0, la partita sembra chiusa. Ma Semplici, a metà tempo, s’inventa la mossa che manda in crisi il Parma: inserisce Valoti e Antenucci, passa dal 4-4-2 (molto scolastico) al 4-3-3, e la Spal diventa imprendibile. Valoti inzucca l’1-2 (dormita generale della difesa del Parma), Petagna lo imita per 2-2 (ma dov’è Bruno Alves?) e infine il siluro di Fares consegna ai ferraresi una vittoria che mancava da 11 partite di campionato.

Andrea Schianchi

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 27/01/2019 18:34]
27/01/2019 18:34
 
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Torino-Inter 1-0: gol di Izzo, Politano espulso nel finale

Un colpo di testa del difensore regala ai granata tre punti fondamentali per credere all'Europa.
I nerazzurri giocano una gara pessima: ora il Milan è a 5 punti


L'Inter è più vicina al Toro di quanto lo sia alla Juve. Non è un giudizio, ma una lettura della classifica: sedici punti di distacco dalla vetta (che potrebbero aumentare in serata), 10 di vantaggio sui granata, oggi decimi. E quei dieci nemmeno si vedono, nella fredda serata di gennaio, che riapre enormi punti interrogativi sulla squadra di Spalletti. Vince il Toro 1-0, sfruttando un colpo di testa di Izzo, in carambola su D'Ambrosio, dopo 35', su azione di corner. Basta questo, e una disciplinata esecuzione di un accorto 3-5-2 per avere ragione dei nerazzurri, senza idee e quasi senza tiri in porta nella ripresa.

SEGNI — Il rosso a Politano, per proteste, dopo un quarto d'ora dal suo ingresso in campo è un altro segno di una squadra che fatica ormai a nascondere tensioni che vanno oltre l'andamento negativo di questa gara. Certi ostinati tentativi di uscita palla al piede di Skriniar (con palla persa e rischi) sembrano espressione di un senso di impotenza e della volontà di risolvere una situazione senza sbocchi. Ma lo slovacco, che in difesa si mangia avversari nell'uno contro uno, non è lì per fare anche quello. Spalletti cambia quattro moduli, partendo dal 3-5-2 con Lautaro-Icardi, senza trovare un gioco. Un alieno atterrato oggi a Torino non capirebbe perché il numero 9 chieda 7 o più milioni di euro, e perché stia quasi per ottenerli. O perché tutti da mesi invocassero in campo anche il 10.

MERITI TORO — Tutto ciò rischia di oscurare i meriti del Toro, che non sono clamorosi, ma ci sono: squadra "mazzarrianamente" solida, che senza rubare l'occhio fa cantare la Maratona. I tre centrali, guidati da Nkoulou, sbagliano poco, il centrocampo protegge e prova a lanciare la coppia d'attacco Zaza-Belotti, per la quarta volta insieme dal 1'. Con un po’ di freddezza in più nelle scelte del numero 9, sarebbe potuto arrivare anche il raddoppio. Rincon lotta per tre, Ansaldi interno si fa quasi rimpiangere dai suoi ex tifosi. Il Toro passa dopo 35', quando sugli sviluppi di un corner Ansaldi crossa sul secondo palo: Izzo sovrasta D'Ambrosio e colpisce di testa. La palla rimbalza sull'interista e si alza a pallonetto, finendo sul palo lontano. Trovato il vantaggio, non è che tremi più di tanto, fino al 95'.

CAMBI — Naufraga così la prima Inter post-Perisic, anche se il croato c'è, ed è in panchina: Spalletti schiera l'agognata coppia Icardi-Lautaro dal 1', e viene riproposta anche la difesa a tre che all'andata non convinse. Stavolta il problema principale sono gli esterni: Dalbert e D'Ambrosio sono in giornata no, il neo-acquisto Cedric (rimasto ad Appiano) guadagna posizioni interne senza giocare. L'altro limite nel 3-5-2 è che si l'Inter fa fatica a costruire, a meno che Icardi o più spesso Lautaro non vengano a prendere palla sulla trequarti: nascono così le due migliori azioni nerazzurre del primo tempo, chiuse da un tocco fuori di poco del numero 10 e da un tiro dal limite parato del capitano. Il passaggio al 4-3-1-2 con Nainggolan per Miranda, non porta ad apprezzabili miglioramenti del gioco o a pioggia di occasioni. Per Nainggolan la partita buona, anche stavolta, sarà la prossima: Radja appare spaesato, prova a sbloccarsi con un tiro, ma va alle stelle. Molto più impatto arriva dal cambio seguente, con l'ingresso di Politano e il passaggio al 4-3-3: l'azzurro sembra il più intraprendente (tiro fuori di poco al 73'), ma brucia in fretta: espulso. Gli assalti finali non sono nemmeno veementi, di Icardi si perdono le tracce. Tornando a parlare di punti, la quinta è lontana due partite. Occhio.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/01/2019 16:24
 
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Serie A, Lazio-Juventus 1-2:
Cancelo e CR7, è rimonta bianconera

I biancocelesti fanno la partita e passano in vantaggio con un autogol di Emre Can,
sprecano il possibile raddoppio e vengono ripresi e sorpassati dai gol dei portoghesi.
Bianconeri a +11 sul Napoli



Va sotto, soffre, rimonta e alla fine vince e di fatto ammazza il campionato, perché ora la Juventus è a +11 sul Napoli. Dev'essere destino che all'Olimpico di Roma con la Lazio vada a finire così: un anno fa la Signora aveva vinto con una magia di Dybala nel finale una partita decisiva per lo scudetto, ora siamo ancora lontani nel finale di stagione ma i tre punti strappati ai biancocelesti, la squadra che più di tutte l'ha messa in difficoltà, sono pesantissimi. Merito di Cancelo, che è entrato e ha cambiato la partita, segnando la prima rete in bianconero e poi procurandosi il rigore trasformato da Cristiano Ronaldo: la coppia portoghese fa volare i bianconeri.

LAZIO, CHE OCCASIONI — La Juventus, forse condizionata dal pareggio di ieri del Napoli, entra in campo molle e poco aggressiva. Tutto il contrario della Lazio, che invece spinge da subito sull'acceleratore nonostante le tante assenze. Inzaghi senza Acerbi sceglie la difesa a tre, infoltisce il centrocampo e piazza Parolo largo a destra, Allegri sostituisce Pjanic (infortunato come Mandzukic, Khedira, Cuadrado e Barzagli) con Emre Can in regia, lascia a riposo Chiellini (ma durerà poco) e completa il tridente con Douglas Costa. La Juve però va subito in difficoltà: i biancocelesti corrono di più e fanno girare meglio la palla, i bianconeri sono poco appannati nelle scelte e negli interventi, l'unico lucido è Rugani: suo il salvataggio a pochi minuti dall'intervallo su Immobile, con Szczesny ormai fuori dai giochi. E' l'ultima, ma non la sola azione della Lazio nei primi 45'. Poco prima Szczesny aveva salvato il risultato con una mano su Parolo, in precedenza ci avevano provato anche Correa e Luis Alberto. Il primo e unico mezzo tiro in porta bianconero è di Douglas Costa intorno alla mezz'ora: un cross deviato da un laziale che diventa pericoloso per Strakosha. Cristiano Ronaldo non è contento e lo dimostra platealmente con urla e gesti rivolti ai compagni. Intanto piove sul bagnato: dopo aver stretto i denti per un po', Bonucci è costretto a lasciare il posto a Chiellini per un infortunio alla gamba dentra: gli occhi umidi e la faccia affranta con cui lascia il campo non lasciano presagire nulla di buono. Da segnalare anche le proteste bianconere per un tocco di mano in area di Wallace da terra, su cui l'arbitro fa proseguire.

VANTAGGIO — Nel secondo tempo non si cambia spartito: Lazio sempre più pericolosa, prima con Luis Alberto, il migliore per distacco (tiro a fil di palo), poi con Bastos (di testa: alto). Tenta che ti ritenta, i ragazzi di Inzaghino trovano il vantaggio al 14', su angolo: Parolo svetta di testa, non la prende manda fuori giri Emre Can, che devia il pallone in rete. Juve tramortita e Lazio che sfiora subito il 2-0 con Immobile ben imbeccato da Correa, che però calcia male. Dalla prima della classe t'aspetti una reazione che invece non arriva, neanche con l'innesto di Bernardeschi.

CI PENSA CANCELO — C'è una sola squadra in campo, padrona in ogni zona, in particolare in mezzo. I bianconeri non vincono un contrasto, non saltano l'uomo e non sfruttano le fasce; non brilla nemmeno la stella di CR7. I cambi però sono come al solito la risorsa di Allegri: entra Cancelo per Douglas Costa e la Juventus trova il pareggio con l'unica azione degna di questo nome: cross di Bernardeschi, tiro di Dybala che Strakosha non trattiene e su cui s'avventa il portoghese meno famoso ma stavolta più concreto. Non solo: è sempre Cancelo a procurarsi il calcio di rigore (fallo di Lulic) che Ronaldo trasforma per il ribaltone del 2-1. Finale amaro per la Lazio, che paga a caro prezzo alcune leggerezze. La Juve invece tira un sospiro di sollievo e festeggia. Come al solito.

Fabiana Della Valle

Fonte: Gazzetta dello Sprt
28/01/2019 16:31
 
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Empoli-Genoa 1-3: Sanabria gol all’esordio, Lazovic trascinatore

I rossoblù conquistano tre punti importanti in trasferta.
Il centrocampista segna un gol e regala un assist al neo acquisto.
Di Kouame e Di Lorenzo le altre reti



Primo successo esterno per il Genoa di Prandelli, che sale a più nove sul Bologna terzultimo e inguaia l’Empoli. Scatto decisivo per i rossoblù nella ripresa, dove il doppio colpo Lazovic-Sanabria (debutto con gol del paraguaiano) manda al tappeto l’Empoli, che era riuscita momentaneamente a recuperare con Di Lorenzo lo svantaggio iniziale per la rete di Kouame. E dire che il Genoa era sceso in campo con un atteggiamento molto prudente: Kouame unica punta e Bessa a supporto. Ma è stato proprio l’ivoriano ad andare subito a segno nel primo tempo, approfittando di una colossale ingenuità (17’) di Veseli, dopo un inizio che aveva visto i toscani molto pericolosi con Traore e Zajc. Il vantaggio della squadra di Prandelli cambia però gli equilibri della partita: il Genoa gioca con maggiore tranquillità, anche se gli uomini di Iachini per tre volte vanno vicinissimi al pari: Radu è decisivo su Krunic (28’) e poi su Caputo (37’), che nel recupero del primo tempo anticipa Romero, ma il suo diagonale va a lato di un soffio. Ospiti dopo il gol pericolosi solo una volta con un tiro dalla distanza di Romulo, deviato in corner (32’) da Provedel.

COPERTI — Nella ripresa Prandelli passa al 4-2-3-1, cercando di tenere il vantaggio limitando i rischi, piazzando Veloso e Rolon davanti alla difesa. Con i rossoblù così coperti, l’Empoli fatica a trovare varchi in attacco. Iachini mette in campo Mchedlidze al posto di uno spento Krunic e passa al 3-4-1-2. Acciuffa così il pari con Di Lorenzo (18’) su un cross di Caputo non trattenuto da Radu.

SCOSSA — Sembra una gara destinata al pari, invece il Genoa dà la scossa alla partita. Al 25’ gol capolavoro dalla distanza di Lazovic, che poi al 28’ serve con un pallonetto delizioso il debuttante Sanabria per il suo primo gol genoano. Nel finale pesante contestazione del pubblico toscano alla squadra di Iachini, alla terza sconfitta casalinga consecutiva.

Filippo Grimaldi

Fonte: Gazzetta dello Sport
29/01/2019 13:42
 
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SERIE A 2018/2019 21ª Giornata (2ª di Ritorno)

26/01/2019
Sassuolo - Cagliari 3-0
Sampdoria - Udinese 4-0
Milan - Napoli 0-0
27/01/2019
Chievo - Fiorentina 3-4
Atalanta - Roma 3-3
Bologna - Frosinone 0-4
Parma - Spal 2-3
Torino - Inter 1-0
Lazio - Juventus 1-2
28/01/2019
Empoli - Genoa 1-3

Classifica
1) Juventus punti 59;
2) Napoli punti 48;
3) Inter punti 40;
4) Milan punti 35;
5) Roma punti 34;
6) Sampdoria punti 33;
7) Atalanta e Lazio punti 32;
9) Fiorentina e Torino punti 30;
11) Sassuolo punti 29;
12) Parma punti 28;
13) Genoa punti 23;
14) Cagliari e Spal punti 21;
16) Udinese punti 18;
17) Empoli punti 17;
18) Bologna punti 14;
19) Frosinone punti 13;
20) Chievo(-3) punti 8.

(-3) Il Chievo sconta la penalizzazione per la sentenza del Tribunale della Federcalcio.

(gazzetta.it)
29/01/2019 13:43
 
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Empoli, Caputo salva Iachini: Chievo rimontato, finisce 2-2

Giaccherini e Stepinski lanciano i veneti, ma l’attaccante è implacabile e firma il pareggio


Un pareggio che non piace a nessuno. Il 2-2 lascia il Chievo all’ultimo posto lontano dalla zona salvezza. E non permette all’Empoli di risalire posizioni in classifica. La squadra di Di Carlo ha avuto il torto di non saper gestire i due gol di vantaggio. In grande evidenza, tra gli azzurri, Caputo, autore di una doppietta. Parte meglio l’Empoli che sfrutta la vivacità di Traorè. Il talento ivoriano però pecca in fase conclusiva. Il Chievo guadagna campo ma al 29’ perde Pellissier per un problema muscolare. Al suo posto entra Djordjevic. Due minuti dopo il Chievo passa in vantaggio. Giaccherini si inserisce centralmente, viene favorito da un errore di Rasmussen e fulmina Provedel con un destro imparabile. Un gran gol. L’Empoli sbanda. Fatica a riorganizzarsi. E il Chievo ne approfitta per andare ancora a segno nel recupero del primo tempo. Su azione da calcio d’angolo Silvestre regala un assist involontario a Stepinski che da due passi va a segno. Non è finita. La squadra di Iachini riesce a ridurre lo svantaggio prima dell’intervallo con Caputo che appoggia in rete un cross di Di Lorenzo che attraversa tutta l’area di rigore avversaria. 1- 2 e la partita resta viva.


CAPUTO A QUOTA 11 — L’Empoli pareggia a inizio ripresa. Rinvio di Provedel, errore di Hetemaj e grande azione personale di Caputo. L’attaccante salta Sorrentino e appoggia in rete la palla del 2-2. Undicesimo centro in campionato per l’attaccante azzurro. La partita torna in equilibrio nel risultato e anche nell’andamento della gara. Ha una buona opportunità Stepinski che arriva in spaccata su un cross di Jaroszynski. La palla vola via alta. Sull’altro fronte l’Empoli mantiene una certa supremazia territoriale. Ma la squadra di Iachini fatica ad arrivare al tiro. Gli azzurri si giocano anche la carta Mchedlidze. Gli azzurri passano al 4-3-3. L’ultima occasione da gol è una deviazione di Stepinski che Providel controlla e la sfida finisce in parità.

Luca Calamai

Fonte: Gazzetta dello Sport
02/02/2019 23:32
 
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