B-Side Forum TUTTO MA PROPRIO TUTTO SUL CULETTO...

Campionato di calcio Serie A stagione 2018/2019

  • Messaggi
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 104.963
    Post: 8.228
    Sesso: Maschile
    Maestro del B-side
    00 20/08/2018 23:35
    SERIE A 2018/2019 1ª Giornata (1ª di Andata)

    18/08/2018
    Chievo - Juventus 2-3
    Lazio - Napoli 1-2
    19/08/2018
    Torino - Roma 0-1
    Bologna - Spal 0-1
    Empoli - Cagliari 2-0
    Parma - Udinese 2-2
    Sassuolo - Inter 1-0
    20/08/2018
    Atalanta - Frosinone 4-0

    Sampdoria-Fiorentina rinviata al 19/09/2018
    Milan-Genoa rinviata al 31/10/2018

    Classifica
    1) Atalanta, Empoli, Juventus, Napoli, Roma, Spal e Sassuolo punti 3;
    8) Parma e Udinese punti 1;
    10) Fiorentina(*), Genoa(*), Milan(*), Sampdoria(*), Chievo, Lazio, Bologna, Inter, Torino, Cagliari e Frosinone punti 0.

    (*) Una partita in meno.
    Sampdoria-Fiorentina rinviata al 19/09/2018 (per la tragedia di Genova).
    Milan-Genoa rinviata al 31/10/2018 (per la tragedia di Genova).

    (gazzetta.it)
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 104.963
    Post: 8.228
    Sesso: Maschile
    Maestro del B-side
    00 26/08/2018 00:11
    Juventus-Lazio 2-0: in gol Pjanic e Mandzukic.
    Ronaldo ancora a secco

    I bianconeri vincono la prima della stagione allo Stadium
    grazie ad una perla del bosniaco e ad un gol del croato.
    Cristiano Ronaldo cerca ancora il primo gol in Serie A



    Miralem Pjanic è molto appassionato di basket Nba. Lo abbiamo visto nella recente tournée americana, quando mise a suo modo un alley-oop sulla testa di Kenneth Faried. Più che un lungo atletico, il bosniaco però ricorda Steph Curry, per la facilità con cui imbuca tiri da distanze siderali. Grazie al talento balistico del suo regista fresco di rinnovo, la Juve sblocca la partita con la Lazio. Poi ci pensa Mandzukic a 15’ dalla fine a chiudere i conti per un 2-0 non scintillante ma limpido.

    LA JUVE VINCE PERCHE’… — Anche al 50/60% del suo potenziale, resta troppo superiore ai biancocelesti. Le bastano alcune fiammate per fare la differenza. Quella del primo tempo è griffata da Bernardeschi, che gioca 45’ da protagonista, e da Matuidi, una belva assetata di palloni da recuperare alla prima partita stagionale. E poi ci sono i colpi dei campioni, come quello di Pjanic, un esterno destro stupendo per esecuzione, a scavare il solco con avversari anche di buon livello come la Lazio. Così, anche nella giornata in cui davanti manca un po’ di qualità nell’ultima giocata, i bianconeri non danno mai l’impressione di soffrire troppo. Allegri sorride anche per una certa solidità difensiva. Bonucci, fischiato all’inizio dalla curva Sud e applaudito dal resto dello Stadium, gioca una partita molto solida accanto a un Chiellini perfetto e si fa notare per un paio di aperture delle sue. Promosso, come un Cancelo che quando perfezionerà le scelte diventerà devastante a destra.

    LA LAZIO PERDE PERCHE’ — Riesce ad arrivare con poca continuità dalle parti di Szczesny, peraltro molto attento in un’uscita di piede nel primo tempo. Immobile è servito poco e male: la doppietta dell’anno scorso con cui ribaltò la Juve in 7’ non viene lontanamente ripetuta. Luis Alberto lascia il segno solo col destro che sfiora l’1-1, Milnkovic-Savic non è ancora al top. Bene Wallace dietro, al di là della respinta un po’ sfortunata sul gol di Pjanic. Ma manca qualcosa anche nella costruzione, apparsa troppo lenta. In questo senso potrebbe aiutare l’incremento dei minuti per Correa, entrato bene a gara in corso.

    RONALDO — Zero gol in 180’. La normalità per molti, non per lui. CR7 gioca un primo tempo al di sotto dei suoi standard, in cui si fa però notare avviando l’azione del gol e in un profondo ripiegamento su Marusic. Stavolta parte da sinistra, pronto a scambiarsi la posizione con Mandzukic. Cristiano sale molto nella ripresa. Strakosha fa un capolavoro per negargli il gol dopo la preparazione su Marusic da vero Pallone d’oro. Si capisce che, come Allegri disse a Verona, era destino che non segnasse nemmeno oggi, quando dopo l’azione Douglas-Cancelo si fa rimpallare addosso il pallone del 2-0, ribadito in rete da un Mandzukic che torna ad annusare da vicino la porta. Cristiano ora punta Parma per la sua prima esultanza italiana. Per ora mancano i suoi gol, non la Juve.

    Jacopo Gerna

    Fonte: Gazzetta dello Sport
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 104.963
    Post: 8.228
    Sesso: Maschile
    Maestro del B-side
    00 26/08/2018 00:15
    Serie A, Napoli-Milan 3-2:
    favoloso Zielinski, Ancelotti "ribalta" Gattuso

    Nell'altro anticipo del sabato, quanti rimpianti per i rossoneri, avanti con Bonaventura e Calabria.
    La doppietta del centrocampista polacco nella ripresa pareggia il conto, poi Mertens firma il sorpasso



    Se la storiella dell’allievo e del maestro è stata la più abusata in settimana, un motivo ci sarà pure. Mai dare per morto il maestro. Ne sa qualcosa Gattuso, che ha assistito impotente alla risurrezione di Ancelotti in meno di un tempo: da 0-2 a 3-2. Il Milan manda in malora una vittoria che aveva tutte le possibilità di condurre in porto e si mangia mani e avambracci: sprecare un doppio vantaggio contro un avversario che non stava dando cenni di vita è un delitto. Il Napoli però, a parte il lunghissimo blackout della prima frazione e dei primi minuti della ripresa, merita un applauso: è l’ennesima prova che nel calcio vale la pena crederci fino alla fine.


    lE SCELTE — Rispetto alla sfida con la Lazio, Ancelotti ha cambiato soltanto il portiere. Ballottaggio era, e ballottaggio è stato fino all’ultimo: l’ha spuntata Ospina, scelta che porta a pensare come nella testa di Carletto le gerarchie fra i pali abbiano ormai preso forma. Il resto è stata la fotocopia della squadra che ha sbancato l’Olimpico, con attacco affidato ai tre tenori Callejon-Milik-Insigne e Mertens riservista deluxe pronto all’impiego. Il Milan alla fine è stato molto più vecchio che nuovo: l’unica faccia diversa rispetto alla scorsa stagione era Higuain – massacrato di fischi e insulti dal suo ex pubblico come da copione -, affiancato da Suso e da Borini, con Bonaventura nella posizione canonica in mediana. Gattuso ha preferito puntare su meccanismi e gambe conosciute, rinviando il debutto dal primo minuto di Bakayoko.


    DIFFERENZE — Al fischio d’inizio la grande differenza fra le due squadre era molto semplice: il Napoli si era già esibito una volta, a Roma, conquistando tre punti pesantissimi al termine di una prova opaca per la prima mezzora e molto più convincente dopo. Ci può stare, quando cambia un allenatore. Il Milan invece era un’incognita più o meno totale. Più che negli interpreti, soprattutto nelle condizioni atletiche e nei risultati del lavoro tattico di Gattuso, che quest’ anno ha potuto iniziare a spiegare il suo calcio da luglio. Una differenza sostanziale rispetto alla scora stagione. Ebbene, il Napoli ha ripetuto lo spartito di Roma: lento, quindi piuttosto prevedibile, e poco aggressivo quando la palla gravitava nei dintorni della porta di Donnarumma. Il grosso problema è stato che all’Olimpico a un certo punto la luce si è accesa. Stavolta la prima frazione è filata via così, senza un vero strappo, se non un paio di fiammate frutto di lampi isolati e non di una vera e propria pressione. Il Milan ovviamente ha ringraziato sentitamente, ma sarebbe ingiusto e riduttivo segnalare soltanto i demeriti azzurri: il lavoro di Gattuso si vede eccome. Sia nelle uscite da situazioni di disagio – i rossoneri hanno perso diversi palloni, ma per errori tecnici e non tattici -, sia nello sviluppo del gioco. L’azione del gol, per esempio, è stata magnifica nell’efficacia: lancio teso di Suso dall’altra parte del campo per Borini, sponda di testa per Bonaventura e tiro secco e centrale da dentro l’area su cui Ospina probabilmente era mal piazzato. Una manovra avvolgente e fluida che i rossoneri sono riusciti a portare a conclusione più di una volta. Altre segnalazioni di cronaca spicciola: un cross al veleno in area piccola di Bonaventura su cui non è arrivato nessuno e un tiro al volo di Callejon fuori di un soffio.

    CHE RIMONTA! — Nella ripresa il Milan ha dato l’impressione di mettere la pietra tombale sulla sfida, quando dopo quattro minuti Calabria, servito da Suso sulla corsa, ha infilato Ospina – anche in questo caso non molto reattivo – con un diagonale rasoterra sul palo lontano. Un’impressione dovuta alla mancanza di reazione azzurra. A rimettere in gioco il Napoli ci ha pensato Zielinski, su gentile omaggio di Biglia, che ha perso un pallone sanguinoso in mediana (il quarto di una serata da dimenticare), permettendo al polacco di prendere la mira e superare Donnarumma. Era la scossa che il Napoli stava aspettando, perché da lì in avanti il Milan ha continuato a perdere metri e l’ingresso di Mertens per Hamsik, con passaggio al 4-2-3-1 ha completato l’opera. ZielinskI ha concluso la serata da protagonista al 22’ con il tiro al volo che ha portato gli azzurri al pareggio, e a quel punto – a parte una fiammata di Higuain, servito pochissimo nell’arco di tutto il match – il Milan non è più stato in grado di opporre resistenza. Il gol della vittoria è arrivato da Mertens su un cross di Allan che ha tagliato tutta l’area rossonera mettendo fuori causa anche Donnarumma. San Paolo in festa, Milan sotto shock: restare in vantaggio per un tempo e mezzo e tornare a casa senza un punto è una lezione durissima.

    Marco Pasotto

    Fonte: Gazzetta dello Sport
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 104.963
    Post: 8.228
    Sesso: Maschile
    Maestro del B-side
    00 26/08/2018 23:11
    Serie A, Spal-Parma: 1-0.
    Decide un super-gol di Antenucci

    Gli uomini di Semplici vincono il derby emiliano e raggiungono Juventus e Napoli a 6 punti.
    Gol-partita dell'ex Leeds all'inizio di ripresa. Nei ducali esordio di Gervinho



    Il derby emiliano, inedito sui campi della serie A, va alla Spal. Con i 3 punti del Dall'Ara (al Mazza stanno proseguendo i lavori di restyling), Semplici raggiunge Allegri e Ancelotti a punteggio pieno. Il merito è tutto di Antenucci che all'inizio della ripresa si inventa un gol capolavoro, spiazzando Sepe con un gran tiro al volo all'incrocio. Nel Parma fa l'esordio Gervinho negli ultimi 20 minuti di gara. L'ivoriano è protagonista del forcing finale dei crociati, che sfiorano la rete con Ceravolo nei minuti di recupero.

    INIZIO A RILENTO — Semplici schiera lo stesso undici che nella prima giornata ha espugnato proprio il Dall'Ara contro i "veri" padroni di casa bolognesi. Confermato il tandem Petagna-Antenucci davanti. Il Parma si presenta ancora una volta incerottato e ricco di incertezze. Dei 4 esterni destri d'attacco solo Alessio Da Cruz è disponibile dal primo minuto: Gervinho non ha ancora i novanta minuti nelle gambe, Ciciretti e Biabiany sono fermi ai box, Siligardi è stato escluso dalla lista per esigenze di rosa. D'Aversa affida l'attacco a Di Gaudio e Inglese, oltre che al giovane olandese. Primo tempo che viene archiviato senza grandi emozioni. Dopo un inizio di personalità degli scudati, la Spal alza il baricentro, con Missiroli che al 18' mette in pericolo la porta di Sepe con un'incornata poco angolata. Unica vera occasione della prima metà di gioco, che si conclude tra noia e ritmi lenti.

    GOL DA CINETECA — La ripresa si apre con il capolavoro di Antenucci: al 49' cross dalla destra di Lazzari, l'ex Leeds si gira e la piazza all'incrocio alle spalle di Sepe. La difesa del Parma gli concede tanto spazio, ma il gesto è fantastico: spalle alla porta e palla nel sette. Meraviglia! D'Aversa prova a spronare i suoi, inserendo Ceravolo prima e Gervinho poi, ma il calo atletico degli scudati, riscontrato anche nella ripresa contro l'Udinese, si fa sentire. Nel finale l'ivoriano si carica la squadra sulle spalle, tentando il disperato forcing finale: al 90' mette dentro un cross basso che va sul secondo palo. Gomis non ci arriva, Da Cruz la sfiora e Ceravolo non trova la deviazione vincente: il Parma trova l'occasione più importante della partita proprio nel recupero. Troppo tardi per raddrizzarla.

    STORIA DEL CALCIO — La Spal si aggiudica così il primo derby di A con il Parma. L'ultima sfida emiliana si era disputata 32 anni. Nella stagione 1985/1986 la Serie C mise di fronte due allenatori che avrebbero fatto la storia del nostro calcio: Giovanni Galeone sulla panchina dei ferraresi e Arrigo Sacchi su quella dei crociati. Un'era calcistica fa.

    Matteo Zorzoli

    Fonte: Gazzetta dello Sport
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 104.963
    Post: 8.228
    Sesso: Maschile
    Maestro del B-side
    00 26/08/2018 23:16
    Serie A, Cagliari-Sassuolo 2-2:
    doppio Pavoletti, Boateng pareggia al 98'

    Tante emozioni e quattro gol alla Sardegna Arena.
    L'attaccante sardo è incontenibile di testa, ma l'ex Milan salva i
    neroverdi in dieci con un rigore contestato in extremis



    Un Pavoletti incontenibile di testa, ma il Sassuolo si salva al 98’ contro il Cagliari. Boateng alla Sardegna Arena fissa il 2-2 finale al termine d’una partita divertente, combattuta e chiusa con una coda polemica per via del penalty concesso agli ospiti in extremis, dopo un consulto tramite la Var. L’ex attaccante del Genoa stava per siglare il primo successo della gestione Maran, grazie a due colpi di testa d’autore che però non hanno tramortito i neroverdi di De Zerbi, capaci di riacciuffare gli avversari due volte. C'è da giurare che quel rigore concesso quasi fuori tempo massimo farà discutere.

    LE FORMAZIONI – Rispetto alla sconfitta di Empoli il tecnico Maran apporta alcune modifiche al suo undici. Debuttano dal 1’ Klavan e Srna in difesa, sull’out sinistro Padoin è preferito a Lykogiannis mentre a centrocampo Dessena sfila la maglia da titolare a Castro. In attacco Ionita agisce a supporto di Sau e Pavoletti. Cambia qualcosa anche De Zerbi, la difesa diventa a tre con l’innesto di Marlon, a centrocampo c’è Locatelli (e non Magnanelli), solo conferme in attacco dove Boateng resta il falso nove assieme a Berardi e Di Francesco.

    PRIMO TEMPO – Avvio subito frizzante, le squadre si sfidano a viso aperto e dopo 9’, al termine di una bella giocata nello stretto, Sensi si ritrova solo davanti alla porta sull’imbeccata di Locatelli che sorprende la difesa di casa. La conclusione è poco angolata e Cragno si salva in due tempi. Passa un minuto e la gara si sblocca: Padoin rientra e crossa dalla sinistra, Pavoletti sovrasta Ferrari e s’avventa sul pallone spedendolo in fondo alla rete. I sardi avrebbero anche l’occasione per raddoppiare al 14’, ma Sau perde l’attimo giusto in ripartenza e viene recuperato da Marlon. Il Sassuolo non si scompone e prova a reagire con lunghe trame palla a terra, su una di queste Boateng conclude alto al volo, su un’altra i neroverdi protestano per un braccio in area di Cigarini. Ma le occasioni più nitide continuano a capitare ai padroni di casa, al 40’ Pavoletti svetta di testa sul corner battuto da Cigarini e sfiora il palo più lontano, al 45’ nasce un contropiede pericoloso, ma Dessena si coordina male e spedisce altissimo da buona posizione.


    SECONDO TEMPO – Alla prima vera occasione della ripresa arriva il pari del Sassuolo. Sensi s’inventa un lancio telecomandato da centrocampo e imbecca Berardi, lesto a partire sul filo del fuorigioco: Klavan può solo inseguire, l’attaccante italiano con estrema freddezza supera Cragno e trova il suo 49° gol in serie A. La sfida resta accesa, in mischia al 63’ Sau non trova il guizzo da posizione ravvicinata, ma poco dopo ci pensa ancora Pavoletti. L’ariete sardo è letteralmente incontenibile nelle sfide aeree, sul calcio d’angolo battuto da Bradaric batte sia Magnani sia Marlon e gonfia la rete. De Zerbi prova a correre ai ripari inserendo Babacar al posto di Lirola, Berardi ci prova su punizione andando poco lontano dal bersaglio, ma la situazione si complica ancor di più quando Marlon finisce anzitempo sotto la doccia. Si disinteressa del pallone, colpisce Padoin e il secondo giallo è sacrosanto. Nel finale da segnalare anche la lunga interruzione per il brutto colpo ricevuto da Ionita, che resta a terra privo di sensi per qualche secondo ed è costretto a uscire in barella. Sette minuti di recupero, al 98’ il colpo di scena. Barella si oppone a un tiro con il braccio di poco largo e costringe l’arbitro a rivedere l’episodio al monitor, assegnando poi il penalty al Sassuolo: dal dischetto Boateng è freddissimo, inchiodando il risultato sul 2-2 finale.

    Giorgio Coluccia

    Fonte: Gazzetta dello Sport
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 104.963
    Post: 8.228
    Sesso: Maschile
    Maestro del B-side
    00 26/08/2018 23:23
    Fiorentina-Chievo 6-1,
    apre le danze un super-gol di Milenkovic:
    primi tre punti per Pioli

    La Fiorentina passeggia al Franchi e segna sei gol al Chievo.
    La squadra di D'Anna non è mai realmente entrata in partita



    La Fiorentina parte in sesta stritolando il Chievo grazie ad una bella prestazione di squadra. Impreziosita dalle giocate di uno straordinario Gerson e dai guizzi di Benassi e Chiesa. Niente da fare per il Chievo, sommerso da sei reti, ed ancora fermo a zero punti. Capace di restare in partita solo fino al secondo gol viola. Confermato il tridente della Fiorentina con Chiesa, Simeone ed Eysseric. In mezzo al posto dello squalificato Veretout gioca Fernandes. Nel Chievo non c'è Cacciatore (al suo posto Jaroszynski) mentre davanti sono confermati Stepinski e Giaccherini, i due marcatori contro la Juventus, oltre al rientrante Birsa. Parte meglio la Fiorentina con Benassi molto ispirato due volte al tiro. Al minuto numero otto i viola passano: Milenkovic sovrasta Giaccherini ai 25 metri, poi fa partire un destro potentissimo che si insacca all'incrocio dei pali. Primo gol in Serie A per il serbo.

    ESORDIO CON GOL — Tre minuti più tardi Stepinski di testa si mangia il pari su cross perfetto di De Paoli. Poi è Birsa a testare i riflessi di Lafont che respinge come può. Per ritrovare la Fiorentina si deve attendere il minuto numero 36' con Chiesa che si vede respingere da un difensore il sinistro a botta sicura da centro area. Tre minuti dopo Seculin è strepitoso a salvare con il piede destro la conclusione ravvicinata di Simeone. Sul corner seguente Seculin salva nuovamente sull'argentino ma non può niente sul tocco di Gerson ad un metro dalla porta. 2-0. SENZA STORIA All'intervallo D'Anna cambia, fuori Hetemaj e dentro Obi. Un minuto della ripresa e la Fiorentina passa ancora con Benassi, bravo a girare di testa un cross dalla fascia di Simeone. Anche Pioli comincia a dar minuti alla propria panchina inserendo Norgaard per Fernandes. La contesa si chiude sostanzialmente qui anche se il Chievo prova ad accorciare le distanze e di emozioni ce ne saranno ancora tante. In contropiede è Chiesa ad andare vicino al quarto gol calciando alto da pochi passi. L'attaccante della Nazionale non fallisce però qualche minuto più tardi servito da uno straordinario Gerson, il migliore in campo, superando Seculin in allungo. Pioli concede la passerella proprio a Gerson e Chiesa, facendo esordire Pjaca ed inserendo Dabo.

    NEL NOME DI DAVIDE — Al 75' il Chievo accorcia con Tomovic, bravo di testa su corner ad anticipare Pezzella e mettere dentro. L'ex viola esulta indicando il numero 13 con le dita, in ricordo di Davide Astori, venendo applaudito da tutto il Franchi. Al 90' Benassi impreziosisce la propria superba gara con il quinto sigillo viola prima che il Cholito nel recupero trovi la gioia personale, davanti al padre seduto in tribuna, chiudendo i conti per il 6-1 finale. Stravince quindi la Viola, crolla il Chievo che dovrà resettare morale e prestazione dopo la serataccia del Franchi. A proposito di Franchi. Domenica prossima la Fiorentina giocherà ancora in casa: alle 18 arriva l'Udinese.



    Giovanni Sardelli

    Fonte: Gazzetta dello Sport
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 104.963
    Post: 8.228
    Sesso: Maschile
    Maestro del B-side
    00 26/08/2018 23:27
    Serie A, Frosinone-Bologna 0-0.
    Inzaghi senza gol, Longo lo imbriglia

    Sul neutro di Torino prevale il tatticismo.
    I rossoblu giocano meglio nel primo tempo e sprecano con Dzemaili.
    Nella ripresa meglio i ciociari, vicini alla vittoria con Chibsah



    Nessuno squillo risuona nello Stadio Olimpico Grande Torino. Il tempio della fede granata, in quest’occasione scelto per fare le veci dello squalificato Benito Stirpe di Frosinone, resta senza spettatori e gol. Merito del tatticismo impregnante che avvolge la gara e, lentamente, la anestetizza, impedendo a Frosinone e Bologna di inventarsi il guizzo vincente. Le due squadre smuovono le proprie posizioni in classifica, compiendo un piccolo passo in avanti, senza però togliere in alcun modo i dubbi esistente già nel pre campionato.

    LA CHIAVE TATTICA — Non ci sono grosse novità rispetto ai due incontri precedenti nei rispettivi schieramenti. Nel Frosinone, Brighenti prende il posto di Goldaniga, e c’è la novità Crisetig, rimpiazzando così Maiello, poi subentrato al posto dell’infortunato Hallfredsson dopo 10 minuti. Il Bologna cambia solamente l’acciaccato Palacio con Falcinelli. Stesso schema per Longo ed Inzaghi. Cambiano le filosofie dei due 3-5-2. Più conservativo e ragionato nel possesso palla dell’undici ciociaro, caratterizzato dalla cortezza della distanza tra difesa e centrocampo. Più offensiva e spigliata la formazione rossoblu, con Super Pippo a predicare continuamente velocità e verticalizzazione.

    SPUNTO ROSSOBLU — I ragazzi dell'ex Milan sembrano assecondare inizialmente il proprio allenatore, uscendo dai blocchi di partenza con maggiore convinzione. Santander, scelto al posto di Destro nel tandem offensivo con Falcinelli, agisce da boa dell’attacco e crea spunti e sponde per i compagni, che sovrastano gli avversari nel gioco sulle fasce e a centrocampo. Il pressing avanzato è l’arma vincente della banda di Inzaghi. Al 16’, infatti, il forcing dei felsinei permette la ripartenza fulminea e mette Dzemaili davanti a Sportiello, ma lo svizzero sparacchia addosso al portiere gialloblu. Ben più complicato è l’intervento dell’estremo difensore sulla bordata di Poli sul primo palo al 32’. Il miracolo scuote il Frosinone, che si fa vedere in avanti con una conclusione di Perica, smorzato in angolo. I ciociari controllano la gara nell’ultimo quarto d’ora, senza mai pungere realmente.

    GRINTA CIOCIARA — Nella ripresa, il Bologna tenta nuovamente di imporre il proprio gioco, ma, eccezion fatta di un paio di inserimenti dell’esterno Dijks e per una staffilata di Pulgar dalla distanza ribattuto sulla riga di porta, non impensierisce il portiere avversario. I ragazzi di Longo aumentano il numero di giri e controllano la partita. Manca la fantasia per inventarsi la giocata vincente. Così le vere occasioni si materializzano solamente in contropiede, quando gli improvvisi cambi di fascia dei ciociari mandano in tilt la retroguardia rossoblu. Il più animato è Chibsah, che propizia svariati tentativi di ripartenza. Suo è l’assist smarcante per Ciano, ma l’attaccante del Frosinone spara altissimo sopra la porta di Skorupski. Tuttavia, il ghanese deve rammaricarsi per le due palle gol sciupate tra il 69’ ed il 76’. Nel primo caso, impatta malamente sul cross di Zampano, mentre nella seconda occasione non si presenta puntuale all’appuntamento con il passaggio perfetto del neo entrato Joel Campbell e sfiora il vantaggio. Più passano i minuti e più si consolida l’idea di un pareggio che, in fondo, non scontenta le due formazioni. Così è: pari e patta tra Longo e Inzaghi. Appuntamento alla prima vittoria rimandato, forse, alla prossima gara.

    Federico Mariani

    Fonte: Gazzetta dello Sport
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 104.963
    Post: 8.228
    Sesso: Maschile
    Maestro del B-side
    00 26/08/2018 23:31
    Serie A, Genoa-Empoli 2-1: Piatek-Kouamé, poi Mraz.
    Buona la prima per Ballardini

    I rossoblù liquidano la pratica toscana con il primo sigillo in A dell'attaccante polacco.
    Il secondo gol arriva dall'ex Cittadella...



    Nella notte del ricordo dei morti del ponte Morandi, di un minuto di silenzio vero e carico di tristezza ancora attonita prima della partita e uno lunghissimo di applausi di tutto lo stadio quando è scoccato il minuto 43, dei 43 minuti di sospensione del tifo rossoblù in omaggio al numero delle vittime del 14 agosto, delle maglie del Genoa listate a lutto e degli striscioni rovesciati, in un’atmosfera ancora un po’ irreale per una partita di calcio, il calcio a Genova è andato avanti fra i brividi. E il Genoa, sotto gli occhi del presidente Preziosi tornato a Marassi dopo un anno e mezzo di assenza, ha debuttato in campionato con una vittoria firmata dalla coppia Piatek-Kouame: un successo figlio di un primo tempo quasi perfetto e una ripresa più votata al controllo di un Empoli molto diverso, perlomeno nei primi 45’, da quello del debutto in campionato. La squadra di Andreazzoli si è ritrovata troppo tardi e ha meritato la prima sconfitta (in campionato) del 2018, visto che l’ultima risaliva al novembre dell’anno scorso.

    LE SCELTE — Ballardini per la prima ha confermato il 3-4-1-2 già scelto in Coppa Italia, con Pandev alle spalle della coppia Piatek-Kouamé: rinviato l’esperimento del doppio centravanti, visto il forfeit in extremis di Favilli. Anche Andreazzoli non ha cambiato squadra che ha vinto (alla prima di campionato contro il Cagliari): ancora Rasmussen al centro della difesa al fianco di Silvestre che sente aria di derby, Antonelli sulla fascia sinistra, Krunic-Acquah coppia di mezzali e Zajc trequartista puro dietro Caputo e La Gumina.

    PRIMO TEMPO — Al Genoa sono bastati 18’ e due assist dell’ispiratissimo (e liberissimo) Criscito per mettersi in discesa la partita: dopo 6’ cross dalla sinistra per la prima sentenza in campionato (dopo le quattro in Coppa Italia) di Piatek che ha approfittato di un malinteso fra Rasmussen, più colpevole, e Antonelli per spezzare l’equilibrio con un piattone destro; dopo 18’ passaggio in profondità per Kouamé, che ha giustiziato Terracciano con un diagonale sinistro al bacio. Ma anche dopo il doppio vantaggio, il Genoa non si è limitato a gestire: ha sfiorato il 3-0 con un pallonetto di Spolli, ma soprattutto ha continuato a intasare qualunque spazio all’Empoli e a ripartire, con i tempi dettati da un Pandev inesauribile nelle due fasi, non a caso migliore dei suoi prima di uscire. Così la squadra di Andreazzoli ha continuato a soffrire e ad andare a sbattere contro la compattezza del muro difensivo rossoblù, nonostante i tentativi di spezzare quella ragnatela di Zajc, l’unico davvero pericoloso: non solo al 12’, quando con una punizione al veleno aveva sfiorato l’1-1 colpendo l’incrocio dei pali.

    SECONDO TEMPO — L'Empoli nella ripresa ha cambiato se non altro l’approccio, se non la pericolosità, e si è capito già dopo 6’ quando Marchetti, su tiro di Zajc con deviazione al veleno di Spolli, si è dovuto salvare con una prodezza. Lette le difficoltà della sua squadra, Ballardini ha rinunciato a Pandev rinforzando il centrocampo con Mazzitelli e un 3-5-2 puro, arroccato intorno a Romulo diventato argine basso davanti alla difesa. Così per 20’ il Genoa ha lasciato il governo della partita all’Empoli, che però ha alzato solo il ritmo, non l’indice di insidiosità della sua manovra. E infatti solo a una manciata di secondi dal fischio finale ha trovato il 2-1, con Mraz che ha corretto in porta un cross basso di Di Lorenzo.

    Andrea Elefante

    Fonte: Gazzetta dello Sport
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 104.963
    Post: 8.228
    Sesso: Maschile
    Maestro del B-side
    00 26/08/2018 23:34
    Inter-Torino 2-2: Perisic e De Vrij gol,
    ma poi pari con Belotti e Meité

    I nerazzurri sprecano due reti di vantaggio e i granata strappano il punto in trasferta.
    Spalletti fischiato



    Due facce della stessa partita. Lato A, dominio Inter. Lato B: riscossa Torino. L'Inter stecca anche il debutto a San Siro dopo il k.o. all'esordio in casa del Sassuolo. E ai punti è un 2-2 giusto, fatto di errori e prodezze, di mosse e contromosse. Di certo l'Inter sembra non aver perso il suo modo di essere "pazza", passando da una possibile goleada a un incredibile pareggio.

    NUOVA INTER — In avvio è un'altra Inter rispetto a Reggio Emilia. E non solo perché Spalletti le ha cambiato l'abito, accelerando il passaggio alla difesa a tre. D'Ambrosio viene preferito a Miranda proprio per la capacità di poter scivolare in fascia e trasformare in base alle esigenze la difesa da 3 a 4, abbassando Asamoah. Ma la novità più interessante è la posizione di Perisic, che gioca in coppia con Politano alle spalle di Icardi, ma molto dentro al campo. E il fraseggio palla a terra sulla trequarti si nota subito: veloce, nello stretto, tutto di prima. Politano dopo una serie di triangoli arriva sul fondo (4') ma Sirigu in uscita bassa anticipa Icardi prima del tap-in vincente. Ma al 6' l’Inter passa lo stesso: Icardi viene a prende palla in fascia – così come vuole Spalletti – e mette i panni dell'uomo assist, servendo Perisic che di prima fulmina Sirigu. Per San Siro è una liberazione, per l'Inter pure. Che inizia a volare sull'entusiasmo e continua a esaltarsi sulla trequarti. Asamoah (15') ruba palla a Iago, pesca in area Icardi che libra con una sponda Politano, il cui colpo di testa viene bloccato in tuffo da Sirigu.

    REMAKE — Del Toro non c'è traccia mentre l'Inter spinge per il raddoppio che arriva al 32', con un remake della punizione al 90' di Reggio Emilia, dove solo uno straordinario Consigli aveva evitato il pari ai nerazzurri. Stavolta la spizzata dell'olandese De Vrij sulla pennellata di Politano lascia Sirigu impietrito: 2-0 legittimo. Il Toro prova a quel punto ad affacciarsi nell'area nerazzurra: la prima conclusone è un "passaggio" di testa di De Silvestri verso Handanovic. Poi all'ultimo istante Iago su punizione sfiora l'incrocio.

    RIBALTONE — Le urla di Mazzarri all'intervallo scuotono il Toro, che prova subito a impensierire Handanovic da fuori con Rincon (5'). È un segnale però, perché Mazzarri stringe Iago e Soriano molto più vicini a Belotti. L'Inter si abbassa e il Toro ne approfitta, riaprendo il match al 10' con il terzo gol stagionale di Belotti (dopo i due di Coppa), bravo a scappare alle spalle di D'Ambrosio sul lancio di Iago e a spalancarsi la porta solo con il controllo palla, che manda a vuoto Handanovic. È l'episodio che cercava Mazzarri per poter credere nella rimonta. E l'ex tecnico dell'Inter allora ci crede: fuori Soriano e dentro Ljajic per aumentare la qualità offensiva. La pressione del Toro diventa costante, tambureggiante. Al 23' viene premiata: Iago lavora un bel pallone in area, trova Aina, tiro respinto ma sulla palla vagante Meitè finta il destro e poi col sinistro trova l'angolino basso.

    BRIVIDI FINALI — L'Inter è mentalmente alle corde. Spalletti prova a scuoterla inserendo Keita per Vrsaljko ma è il Toro ad avere una doppia potenziale occasione con Belotti e Iago. Perisic (31') prova a rispondere da fuori, sfiorando il palo. Ma è ancora il Toro a sfiorare il 3-2 con Ljajic (murato da Handanovic) e Belotti (colpo di testa a lato). La gara diventa divertentissima, con continui capovolgimenti di fronte. Icardi trova la prima conclusione al 38', ma Sirigu mura in angolo. Spalletti nel recupero inserisce anche Lautaro che fa in tempo a servire un bel pallone a Icardi che spara alto. Prima, però, era stato Perisic ad andare a un passo dal gol partita: missile da fuori e Sirigu che vola all'incrocio a dir di no. Una parte di San Siro fischia: no, questa pazza Inter ancora non decolla.

    Vincenzo D'Angelo

    Fonte: Gazzetta dello Sport
  • OFFLINE
    binariomorto
    Post: 104.963
    Post: 8.228
    Sesso: Maschile
    Maestro del B-side
    00 26/08/2018 23:37
    Serie A, Udinese-Sampdoria 1-0: Decide De Paul.
    Blucerchiati sfortunati

    I friulani si aggiudicano i tre punti grazie a un gran destro a giro del centrocampista argentino.
    Gli ospiti si svegliano solo nella ripresa e recriminano per un palo di Defrel



    Un tempo per parte, ma a portare a casa i tre punti è l'Udinese. I friulani hanno piegato la Samp grazie a 45' di grande livello e un gran gol di De Paul, bravo a sbloccare il risultato nelle battute iniziali. La squadra di Velazquez resta così imbattuta dopo il pari alla prima giornata sul campo del Parma, ma nella ripresa ha subito il prepotente ritorno dei blucerchiati, stoppati da un palo e dai provvidenziali interventi di Scuffet.

    PARTENZA SPRINT — Piede premuto sull'acceleratore sin dall'inizio per i friulani, bravi a schiacciare gli avversari con un pressing costante e un baricentro molto alto. Per i blucerchiati è stata una affannosa, obbligati a contenere le scorribande di De Paul sulla sinistra e le incursioni di Fofana, con Lasagna a fungere da boa. Dopo il primo squillo di Fofana al 6', con un sinistro sventato in tuffo da Audero, i padroni di casa sono passati con un gran destro a giro di De Paul, per la prima volta in carriera a segno per due partite consecutive. Dopodiché monologo friulano, con Audero bravo a salvare i suoi al 16' , al 19' e al 26' sui tentativi di Lasagna, Behrami e Machis. Prima del riposo, invece, poca precisione da parte di Fofana, autore di due conclusioni potenti ma fuori misura. Da sottolineare soprattutto il primo tentativo del centrocampista, costruitosi una grande occasione dopo due dribbling secchi e un'incursione fino al limite dell'area.

    REAZIONE — Tutta un'altra Samp nella ripresa, nonostante il primo tentativo sia stato ancora dell'Udinese con un destro dal limite di Mandragora. I blucerchiati hanno velocizzato la manovra e iniziato a spingere con efficacia sulle corsie laterali fino a sfiorare il pari con gran sinistro di Defrel al 52' che ha scheggiato il palo esterno. Poi è stato bravo Scuffet a dire di no a Bereszynski, Kownacki e Linetty tra il 72' e l'84', con un Udinese stanca stretta a ridosso della propria area. Intenso il forcing ospite negli ultimi 10 minuti, ma la difesa friulana ha retto anche con un pizzico di fortuna.

    Gasport

    Fonte: Gazzetta dello Sport
2